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Riforma costituzionale e cambio totale di paradigma. La proposta di Colturazione sulla Sanità

La proposta di Colturazione, movimento culturale, non guarda al passato, ma cerca di immaginare uno spostamento di competenze in materia sanitaria basato su due livelli: uno primario dello Stato centrale e uno secondario delle Regioni. Tutti i dettagli

Un percorso molto intenso quello di Colturazione (movimento culturale promosso da chi scrive insieme a persone da più parti d’Italia).

Si tratta di un percorso nato dalla pubblicazione di un manifesto valoriale basato su libertà, eguaglianza ed educazione (intesa non solo come buone maniere, ma come approccio metodico alla politica, al mondo istituzionale, allo studio ed alla proposta partecipata e coinvolgente dei vari livelli decisionali del Paese).

Il focus principale di Colturazione è quello della revisione costituzionale del Titolo V della nostra Carta fondamentale; quest’ultimo, modificato male nel 2001 ed applicato peggio nel tempo.

Ad agosto scorso è stato depositato alla Camera dei Deputati il testo dell’idea progettuale di riforma che tocca anche l’art. 1 della Costituzione oltre al famoso Titolo V. Il 10 settembre ne è stata data lettura in Aula a Montecitorio con cui il tutto è stato assegnato alla Commissione Affari Costituzionali per il relativo iter di esame.

La proposta di Colturazione (formalmente una petizione ex art. 50 della Costituzione) non guarda al passato, ovverosia tornare indietro al modello costituzionale precedente al 2001, ma cerca di immaginare uno spostamento di competenze in materia sanitaria basato su due livelli: uno primario dello Stato centrale e uno secondario delle Regioni (modello del tutto nuovo rispetto all’odierna ripartizione di competenze previste dall’art. 117 Cost. in base alla quale lo Stato centrale può solo emanare principi fondamentali).

A ciò si affiancano diverse novità importanti percepibili dalla lettura testuale della proposta di riforma di che trattasi:
• introduzione del concetto di Salute come fondamento essenziale della Repubblica Italiana insieme al Lavoro (art. 1);
• abbandono dei livelli essenziali delle prestazioni per i diritti sociali (in cui c’è la materia della sanità) sposando, di contro, il concetto dei livelli crescenti ed omogeni da garantire su tutto il territorio italiano (art. 117);
• estromissione della materia sanitaria dall’autonomia differenziata (art. 116);
• la deroga al divieto di indebitamento per Regioni ed enti locali in relazione ai contratti da prestito per assicurare i livelli crescenti ed omogenei in materia sanitaria con contestuale introduzione del principio di reperimento ed allocazione delle risorse disponibili (art. 119);
• il divieto di limitazione della prestazione e cura sanitaria in base a provenienza e capacità reddituale della persona (art. 120);
• l’ampliamento dei poteri sostitutivi di Governo in materia sanitaria allorquando le Regioni e gli enti locali non rispettino nome sovranazionali, ecc. (art. 120);
• la priorità di trattazione di questioni costituzionali in materia sanitaria davanti alla Consulta (art. 127).

Primi firmatari sono chi scrive – avv. Angelo Lucarella (ideatore del movimento Colturazione, già vice presidente della Commissione Giustizia del ministero dello Sviluppo Economico, esperto giurista rispondente per l’Italia del World Justice Project – Commissione Europea, docente universitario) nonché il prof. Francesco Schittulli (senologo-chirurgo-oncologo, già direttore scientifico Istituto Tumori di Bari).

 

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