Su richiesta del Ppe, il Parlamento europeo ha riconosciuto come presidente eletto il leader Edmundo González. È la prima volta che la destra si unisce per un voto. Cosa succederà adesso?
Dopo circa due mesi, il Parlamento europeo ha finalmente deciso la sua posizione sulla crisi politica venezuelana. Accogliendo una richiesta del Partito Popolare Europeo (Ppe), l’Eurocamera ha votato a favore del riconoscimento di Edmundo González come il “presidente legittimo e democraticamente eletto in Venezuela”. Non indica nessun obbligo o implicazione per i governi europei e riconosce anche María Corina Machado come “leader delle forze democratiche” del Paese sudamericano. Inoltre, nel testo si chiede all’Unione europea e agli Stati membri di “fare tutto il possibile perché il presidente legittimo e democraticamente eletto possa insediarsi il 10 gennaio del 2025”.
A sostenere la petizione sono state le forze conservatrici della destra, inclusi gli eurodeputati Alternative für Deutschland (AfD), di Vox e delle organizzazioni guidate da Viktor Orban e Marine Le Pen, con il voto a favore di 309 eurodeputati, 201 voti contro e 12 astensioni. Il voto europeo sul Venezuela ha creato una spaccatura senza precedenti nella coalizione pro-europea dei gruppi centristi del Parlamento, giacché il Ppe aveva promesso di collaborare con i suoi tradizionali alleati pro-Unione europea (Socialisti, Liberali e Verdi) dopo le elezioni di giugno.
Il testo definitivo approvato dopo il voto chiede ai governi dell’Unione europea di riconoscere la vittoria di González e spingere per un mandato di arresto internazionale contro Maduro. I liberali però si sono rifiutati di firmare, e con un gesto simbolico hanno mostrato le loro schede di voto – che devono invece essere inserite nelle macchine per il conteggio -. Per i socialdemocratici, il Ppe è rimasto accompagnato soltanto dall’estrema destra nella sua posizione sul Venezuela, denunciando allo stesso tempo che con il loro atteggiamento favoriscono la normalizzazione delle forme più radicali della politica europea.
Una rottura del cordone sanitario, come si legge su El Pais, che è stata denunciata dalle altre forze politiche europee. Ma questo non ha fermato i conservatori nel loro obiettivo: riuscire a fare pressione sull’Unione europea e i suoi Stati membri a dare un passo che non ha dato nessuno contro il regime di Nicolas Maduro.
“Il Ppe ha deciso di costruire un accordo sul Venezuela con Meloni, Orban e Le Pen e con l’appoggio dell’estrema destra tedesca, al posto di farlo con i partiti europeisti”. Così Javi López, vicepresidente dell’Eurocamera e membro della Commissione di Affari Esteri, ha denunciato la scelta sulla crisi politica venezuelana. “I socialisti esigono la fine della repressione in Venezuela – ha aggiunto – e il rispetto della volontà espressa nel voto. Ma un riconoscimento precipitoso di Edmundo González come vincitore delle elezioni è poco utile, tenendo conto dei precedenti”, in riferimento a quanto è accaduto con Juan Guaidó.
Oihane Agirregoitia, membro del gruppo Renew Europe, ha dichiarato: “Ci sarbbe piaciuto che, seguendo l’esempio della Piattaforma che si oppone a Nicolas Maduro, anche qui, nel Parlamento europeo, si iniziasse un trattato per trovare una risoluzione congiunta con quei partiti politici che hanno dato centralità e stabilità al progetto politico europeo, evitando allineamenti con l’estrema destra, ma non è stato così”.
Javi López ha detto che la fazione di centro-sinistra europea ha bocciato il testo per aggiungere coerenza con gli Stati membri e per garantire che il riconoscimento, quando arriverà, sia legittimo, secondo quanto si legge su Euronews. “Gli indicatori internazionali dicono che il leader dell’opposizione ha molto probabilmente vinto queste elezioni – ha aggiunto -. Ma il riconoscimento non è solo una parola, è un’azione istituzionale. Rifiutiamo questa strategia che temo abbia più a che fare con la politica interna spagnola e ci dispiace che il Partito popolare spagnolo abbia guardato all’estrema destra per approvare la posizione del Parlamento europeo sul Venezuela”.
Invece per Antonio López-Istúriz, parlamentare del Ppe, la risoluzione è stata una spinta molto necessaria per i “coraggiosi venezuelani” che hanno osato votare “contro il sistema. Quello che dobbiamo fare è aumentare le sanzioni contro i membri del regime (di Maduro), la classe dirigente di questo regime, e non contro la popolazione. Questo è ciò che ci distingue dalle sanzioni degli Stati Uniti”.