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Tutela delle disabilità, un imperativo per un mercato del lavoro davvero inclusivo

Di Valeria Vittinberga

Lo scorso 17 settembre, l’Anfaas e l’Ordine dei Consulenti del Lavoro hanno siglato un accordo per promuovere l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità. L’intervento del direttore generale di Inps, Valeria Vittinberga

La tutela delle persone con disabilità non è solo un dovere etico, ma rappresenta un elemento cruciale per il progresso della nostra società e per lo sviluppo di un mercato del lavoro realmente inclusivo.

Recenti dati dell’Inps, relativi alle richieste di permessi retribuiti previsti dalla legge 104/92, mostrano un incremento significativo rispetto all’anno precedente: un aumento del 18% per i permessi personali, del 14% per i permessi a un familiare e del 7% per il congedo straordinario.

Questi numeri non sono semplici statistiche, ma rappresentano il riflesso di un mercato del lavoro in crescita (soprattutto al Sud) e di una maggiore consapevolezza sociale (sia del fatto che le persone con disabilità non hanno solo bisogno di assistenza ma di pari opportunità nel lavoro, sia della possibilità di coniugare lavoro e cura della famiglia, specialmente in contesti in cui ci sono figli o genitori fragili).

L’analisi di questa dinamica ci invita a riflettere su diversi aspetti.

È evidente che il decreto legislativo 105/2022, abolendo il principio del “Referente unico dell’assistenza” e introducendo il “Convivente di fatto”, ha ampliato il numero di lavoratori beneficiari dei permessi della legge 104.
Questo è un significativo passo avanti, poiché aumenta la platea di chi può coniugare responsabilità lavorative e familiari e può contribuire a una migliore distribuzione dei carichi all’interno della famiglia, a favore del lavoro femminile.

Cresce l’occupazione delle persone con disabilità, in modo costante sul territorio nazionale. In particolare, la Lombardia – con il maggior numero di occupati in Italia – ha visto il numero di richieste di permessi personali raggiungere quota 17.630, a conferma del legame diretto tra occupazione regolare e richieste di permessi.

Questi numeri testimoniano dunque la tutela di soggetti in difficoltà che sono già inseriti nel circuito lavorativo.

Molto c’è però da fare per il disabile che non riesce ancora a entrare nel mondo del lavoro e per coloro che, soprattutto donne, dovendo svolgere attività di caregiver per un familiare, rimangono ai margini del lavoro.
Sulla figura del caregiver sono in corso approfondimenti per approdare a una nuova definizione e a maggiori tutele.

Il lavoro delle persone con disabilità non è solo un diritto, ma un tassello fondamentale per una società più equa.
Il recente protocollo firmato tra i Consulenti del lavoro e Anfaas segna in questo senso un’importante sinergia, capace di fornire una presa in carico delle esigenze delle persone con disabilità attraverso l’impegno comune di chi conosce il mondo produttivo da un lato e dall’altro, di chi rappresenta i bisogni legati alle persone con disabilità.

È un passo verso un approccio integrato e innovativo, che permetterà di affrontare in modo efficace le sfide del nuovo mercato del lavoro.

L’Iinps – in questa dimensione – è chiamato a svolgere un ruolo proattivo, rafforzando certamente la rete di protezione ma promuovendo anche iniziative che favoriscano il matching tra domanda e offerta di lavoro.
Penso, per esempio, alle opportunità offerte in questo senso dalla Piattaforma Siisl che gestiamo su mandato del Ministero del Lavoro.

È fondamentale superare il concetto di mero collocamento obbligatorio e abbracciare una visione più incentrata sulla valorizzazione delle potenzialità del singolo, in cui l’inserimento delle persone con disabilità venga percepito come una risorsa, come realmente è.
Le competenze individuali – debitamente certificate – possono e devono essere valorizzate e integrate nel tessuto produttivo, creando opportunità che rispondano tanto alle esigenze delle aziende quanto alle aspirazioni delle persone.

In questa prospettiva, il “Progetto di vita”, fulcro della riforma voluta dal Governo Meloni e dal Ministro per le Disabilità Locatelli, rappresenta un approccio audace e necessario.

L’“Analisi multidimensionale” introdotta dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Calderone è un ulteriore strumento per accompagnare le nuove misure di inclusione sociale, garantendo che nessuno venga lasciato indietro.

Le potenzialità degli individui sono enormi e ogni persona ha il diritto di esprimersi secondo le proprie competenze e attitudini.

I recenti successi degli atleti paralimpici a Parigi ci parlano di tutto questo, ricordandoci che il lavoro per le persone con disabilità è fondamentale per realizzare sogni e aspirazioni. Queste storie di determinazione e resilienza sono un faro di speranza e un invito all’azione per tutti noi.

Con la certezza che non è più rinviabile la costruzione di un mondo in cui ognuno, con le proprie diversità, possa aspirare a esprimere tutto il proprio potenziale.
La sfida è grande, ma è un impegno che dobbiamo assumerci collettivamente.

Solo così potremo garantire che il mercato del lavoro italiano diventi un esempio di inclusione e di rispetto per i diritti di tutti.

In questo cammino, l’Inps, al quale peraltro la riforma sulla disabilità affida la centralità del riconoscimento sanitario, può essere un alleato e un partner strategico, pronto a sostenere questa trasformazione, affinché la tutela delle persone con disabilità diventi finalmente un pilastro della nostra società e un motore di crescita per il futuro della comunità nazionale.



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