La nuova Fondazione si occuperà di sport e formazione, e sarà guidata solo da under 30. Perché? I giovani sono il futuro, ha spiegato Alessandro Benetton, che ha avuto l’idea grazie ai figli
“Si parte nel 2025 con progetti da finanziare, all’inizio in Italia ma poi anche all’estero, nel campo dello sport e della formazione”. A parlare è Alessandro Benetton, presidente di Edizione, e vicepresidente di Mundys, intervistato dal settimanale Grazia. L’argomento è la sua nuova Fondazione dove, nel comitato scientifico, siederanno solo under 30.
La Fondazione, spiega allora Benetton, “nasce dal desiderio di dare ai giovani certezze, anche economiche. Non più solo isolati, filantropici, atti generosi, ma azioni strutturali su inclusione sociale, sostenibilità, terzo settore”. A ispirare il suo sguardo sempre rivolto al futuro e l’idea della Fondazione sono i tre figli, Agnese, Tobias e Luce, con cui è stato fotografato per l’intervista: “La mia priorità è che siano felici. Cerco di lasciare sempre spazio al dialogo alla pari, senza però che questo confonda il mio ruolo”.
Benetton aggiunge che con la Fondazione “si parte nel 2025 coinvolgendo aziende di Edizione, da Mundys ad Aeroporti di Roma. L’obiettivo è avere più scuole ristrutturate e digitali, promuovere il merito attraverso la collaborazione tra università italiane e straniere, permettendo a ragazzi capaci ma senza risorse di studiare; avviare progetti culturali per concorsi tra giovani artisti, che esibiranno le loro opere nei nostri aeroporti”, spiega l’imprenditore, ricordando che già oggi l’aeroporto di Fiumicino ospita l’acceleratore di start up Innovation Hub dove “i ragazzi che ci lavorano hanno ideato nuovi sistemi di telecamere, app per snellire le code, servizi relativi ai bagagli. Hanno dimostrato che si possono intercettare aree di miglioramento anche nelle realtà più solide”.
Rispondendo a una domanda sulla decisione dei suoi figli di vivere con lui dopo la separazione, Alessandro Benetton sottolinea: “È stata una scelta che ho rispettato. Stando con loro da solo, oltre a rendermi conto della fatica che fanno le donne che lavorano fuori e dentro casa, ho capito quanto i ragazzi siano felici di condividere tempo di qualità. Durante il lockdown abbiamo cucinato, giocato, fatto sport, parlato dei loro problemi e perfino di crisi sentimentali. Questo mi ha cambiato profondamente. Mi ha reso più paziente”.
Secondo l’imprenditore, quando si è l’unica figura genitoriale a casa, “il più efficace sistema di educazione è l’esempio, quello che si trasmette vivendo davanti a loro, lavorando senza trasgredire a certe regole morali. Ho consigliato loro di scegliere sempre il futuro, mantenendo una buona memoria del passato. Per scoprire il proprio talento, per migliorarsi come persone, bisogna uscire dalla comfort zone perché i privilegi vanno riconquistati ogni volta. Prendersi delle responsabilità, anche di fallire, è un atteggiamento maturo, e sono felice che anche i miei figli vivano con questo modello le loro occasioni” conclude Benetton che, rispetto all’equilibrio dei ragazzi tra Usa e Treviso, afferma: “Treviso è una piccola città, un ottimo posto da cui partire e in cui tornare. Dove sei nato, lì hai l’anima”.