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Dal G20 Energia avanti con i combustibili sostenibili. L’intervento di Chiaramonti

Di David Chiaramonti

Si è appena concluso il G20 Energia, organizzato dalla presidenza brasiliana a Foz do Iguaçu, a cui ha partecipato il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Ecco perché l’Europa dovrebbe sviluppare sistemi regolatori coerenti con la dimensione internazionale sul piano ambientale e non solo. L’intervento di David Chiaramonti, Denerg, Politecnico di Torino

Si è concluso il 4 ottobre il G20 Energia, organizzato dalla presidenza Brasiliana a Foz do Iguaçu, Brasile, a cui ha partecipato il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase), e che ha visto la presenza del ministro Gilberto Pichetto Fratin.

Nell’ambito dell’evento, il Politecnico di Torino ha seguito i lavori della Clean Energy Ministerial e Mission Innovation, con particolare focus sul tema dei Biocombustibili Sostenibili per trasporti, su cui anche questo G20, ed in particolare la presidenza Brasiliana, hanno posto grande attenzione.

Giusto quindi chiedersi, in questo contesto, cosa abbia prodotto questo G20 Energia relativamente al settore dei combustibili sostenibili per trasporti. Volendo riassumere l’essenza dei messaggi principali lanciati nel corso dei numerosi incontri, si potrebbe così riassumere così.

I combustibili sostenibili, come già mostrato da Iea durante l’evento del G7 a Torino

  • sono essenziali e complementari alla quota di trasporti che verranno coperti con l’elettricità (e complessivamente complementari anche, relativamente all’intero settore energia, all’efficienza energetica).
  • È stata quindi ribadita con forza l’urgenza di intraprendere azioni concrete ed incisive
  • Misurare, migliorare le prestazioni, e fornire evidenze e dati, condivisi, deve essere alla base delle metodologie adottate e delle relative politiche. In sintesi: Track, measure, provide evidence, improve, share the information.
  • È necessario definire una base comune per il confronto e l’assessment del Carbon accounting dei combustibili sostenibili.
  • L’innovazione è considerata elemento chiave per ridurre costi e migliorare la sostenibilità.
  • Si è inoltre raccomandato di attuare le azioni che sono più adatte a ciascun Paese ed alle proprie capacità attuali ed alle caratteristiche locali, verso un percorso di miglioramento e crescita.

Complessivamente, relativamente alla urgenza, tutte le sessioni tecniche che si sono svolte nell’ambito di questo importante consesso internazionale hanno ancora una volta richiamato l’assoluta necessità di agire rapidamente, e quindi di adottare tutte le soluzioni oggi possibili, lavorando per migliorarle ma implementandole sin da subito su larga scala industriale.

Per quanto concerne le prestazioni, è stato sottolineato con forza come sia necessario fondare le policies e le regolamentazioni su misure ed evidenze. Questo è stato fortemente richiesto dagli attori della filiera presenti. In concreto ciò significa, ad esempio, includere nel calcolo quantitativo delle prestazioni GHG di ciascun specifico combustibile alternativo e della relativa filiera solo ciò che è effettivamente ed oggettivamente misurabile, e tenere invece sul livello di risk assessment ciò che può essere solo stimato tramite modelli, ma non verificabile. Ad esempio, è questo il caso del controverso Indirect Land Use Change (Iluc), rispetto a quelle che sono le valutazione Lca ed anche la misura del Direct Land Use Change (Dluc). Iluc è ad esempio presente per i Saf, Sustainable Aviation Fuels, nel sistema internazionale previsto da Icao Corsia.

Rispetto al tema del Carbon Accounting dei combustibili sostenibili alternativi, come noto Iea ha appena rilasciato due nuovi ed importanti report: Carbon Accounting for Sustainable Biofuels (Luglio 2024) e Towards Common Criteria for Sustainable Fuels (Settembre 2024).

In alcuni casi (es. Idrogeno), Iea ha identificato 34 diversi sistemi di certificazioni, non sempre omogenei tra loro, ad esempio per quanto riguarda l’inclusione della logistica e degli stoccaggi. Questo rappresenta un ostacolo alla diffusione ed al confronto tra diverse tipologie di combustibili alternativi, e una barriera agli investimenti (anche il tema del financing è stato ampiamente trattato in sessioni specifiche al G20, come quella ad esempio della iniziativa del Climate Investment Fund).

È dunque necessario identificare una metrica comune, trasparente e di semplice lettura: per questo è stato anche proposto, nel report Iea e qui in Brasile, un sistema di labelling dell’idrogeno. È necessario creare dei sistemi che premino in modo proporzionale alle prestazioni ambientali (ed in questo, in Europa, la Redii apre una opportunità sinora assente, grazie al Carbon footprint): questo infatti non è sempre possibile in tutte le regioni del mondo e le relative giurisdizioni.

L’importanza dell’innovazione è stata sottolineata in più interventi, non solo come elemento per la riduzione del costo e del miglioramento della sostenibilità dei processi e delle filiere, ma anche per inviare chiari segnali al mercato. I progressi devono essere misurati nel tempo: non tutti i Paesi possono immediatamente adottare le soluzioni più avanzate, e devono quindi essere definiti percorsi.

Inoltre, è la filiera nel suo complesso che conta: nel caso dei biocombustibili sostenibili, ad esempio, i maggiori margini di miglioramento risiedono proprio nella filiera a monte, almeno allo stato attuale. Queste soluzioni possono supportare anche il settore primario, sempre più colpito dagli effetti del cambiamento climatico, migliorando i suoli grazie agli investimenti nella filiera. Allo stesso tempo, è possibile rimuovere in modo permanente ed efficace il Carbonio dall’atmosfera e fissarlo nel terreno, dove è sempre più necessario assieme a nutrienti ed altri elementi che contribuiscono alla salute del suolo: su questo è in corso una azione specifica della Commissione Europea, dg Clima, dal nome Carbon Removal and Carbon Farming.

La presidenza Brasiliana del G20, Paese organizzatore della prossima Cop30 nel 2025, ha infine espresso la volontà di cogliere l’occasione di Cop30 per mostrare evidenze tangibili di soluzioni possibili. Ad esempio, l’impiego di veicoli ibridi alimentati a combustibili sostenibili, che possono mediamente ridurre del 70% (a seconda delle filiere) le emissioni Ghg fornendo una soluzione di grande impatto ed immediatamente attuabile.

Cercando di fare una sintesi di quanto sopra, il G20 ha nuovamente mostrato come a livello internazionale si considerino tutte le opzioni possibili come necessarie, complementari ed indispensabili verso la traiettoria Net Zero. Il contributo dei biocombustibili sostenibili è considerato essenziale in tutti i settori, coerentemente con le analisi e i dati appena pubblicati da Iea nei citati report: dallo stradale (responsabile della maggioranza delle emissioni da trasporti in Eu: il Brasile ha presentato numerosi veicoli ibridi alimentati a bioetanolo), all’aeronautico e al marittimo. Su quest’ultimo vi è stata una particolare attenzione, ed è stata presentata l’iniziativa Clean Energy Marine Hubs, promossa da Brasile, Canada, Grecia, Norvegia, Panama, Emirati Arabi Uniti ed Uruguay.

L’Europa dovrebbe quindi sviluppare sistemi regolatori coerenti con questa dimensione internazionale, per evitare penalizzazioni sia ambientali sia sociali e industriali rispetto ad altre regioni del mondo, riducendo così anche la propria competitività.

 



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