Durante l’inchiesta per la morte di Dawn Sturgess, uccisa da un botticino di profumo contenente il potente agente sviluppato da Mosca, l’ex spia punta il dito contro il Cremlino: nessuno l’avrebbe fatto senza il suo ok rimanendo impunito. È la paura l’arma con cui il suo regime mantiene il potere
Quando il Novichok, l’agente nervino sviluppato in Unione Sovietica prima e in Russia poi, è arrivato nel Regno Unito i rapporti tra Londra e Mosca hanno iniziato a precipitare riflettendo un sentimento britannico diffuso – a livello popolare ma anche tra i vertici della sicurezza – che veniva schiacciato dagli ingenti flussi di rubli che raggiungevano la capitale inglese.
C’è stato il tentato avvelenamento, proprio con il Novichok, di Sergej Skripal, ex funzionario dell’intelligence militare di Mosca, e della figlia Yulia Skripal, che era arrivata da Mosca per pagare del tempo con lui. I due sono stati trovati, il 4 marzo 2018, in stato di incoscienza su una panchina vicino a un centro commerciale di Salisbury. In questa cittadina del Wiltshire l’ex spia sovietica si era trasferita dopo la condanna nel 2006 in Russia per alto tradimento (passava informazioni ai servizio segreti britannici) e lo scambio quattro anni più tardi con altre spie. Sarebbe stati avvelenati tramite l’agente nervino sparso sulla maniglia della porta di casa da funzionari dell’intelligence militare russa. I due, oggi 73 e 40 anni, sono sopravvissuti e vivono sotto protezione, forse in Nuova Zelanda.
Secondo Skripal padre i servizi segreti russi hanno avuto l’ordine di eliminarlo direttamente dal leader, Vladimir Putin. Probabilmente non sapremo mai se così è stato, almeno fintanto che il regime sarà in piedi. È, però, proprio il sistema messo in piedi dall’ex Kgb a lasciare pochi dubbi sul fatto che il servizio abbia agito nella convinzione di avere l’appoggio del leader, secondo il principio che i traditori vanno puniti a qualunque costo, proprio come gli amici vanno aiutati (lo dimostra il recente maxi-scambio di prigionieri che ha riportato in patria Vadim Krasikov, condannato all’ergastolo in Germania per l’omicidio di un oppositore del Cremlino avvenuto in un parco di Berlino nel 2019). Come ha detto Skripal, qualsiasi ufficiale dell’intelligence militare russa che avesse preso una decisione del genere senza l’autorizzazione di Putin “sarebbe stato severamente punito”. E ciò non è accaduto.
Skripal ha ribadito l’accusa diretta a Putin nel corso dell’inchiesta sulla morte di Dawn Sturgess uccisa a 44 anni da una fiala di Novichok. In quel bottinino di profumo abbandonato c’era “abbastanza veleno da uccidere migliaia” di persone, è stato detto durante l’udienza. Secondo il legale dell’inchiesta, Andrew O’Connor KC, Sturgess è stata una “vittima innocente, sotto il fuoco incrociato di un tentativo di assassinio illegale e oltraggioso”. Per gli addetti ai lavori, lei è stata vittima dell’incompetenza delle spie russe, che hanno lasciato, oltre a evidenti tracce del loro passaggio, anche il sangue della donna. Il compagno della signora Sturgess, Charlie Rowley, oggi 51 anni, continua di problemi alla vista, all’equilibrio e alla memoria, ha dichiarato Adam Straw KC, rappresentante della famiglia Sturgess. I risultati dell’inchiesta sono attesi per l’anno prossimo.
Per Kevin Riehle, un passato di oltre trent’anni nell’intelligence americana e oggi docente di intelligence alla Brunel University, gli obiettivi della missione dell’intelligence militare russa a Salisbury erano due: eliminare Skripal e “instillare la paura nelle menti di chiunque altro avesse scelto un percorso simile” al suo. “La natura oltraggiosa dell’attentato a Skripal ha avvertito i russi: sappiamo dove siete e non avremo pietà”, ha scritto Riehle in un’analisi per l’emittente britannica LBC sottolineando che il messaggio è stato ripetuto lo scorso febbraio, con l’uccisione di Maksim Kuzminov, che aveva disertato in Ucraina pochi mesi prima. Proprio per paura, gli Skripal hanno deciso di non partecipare al processo per la morte della signora Sturgess. Osserva Riehle che la paura è il modo in cui Putin governa. Per questo, l’Occidente deve tornare a una mentalità da Guerra fredda: “Durante l’era sovietica, i servizi occidentali fornivano ai disertori nuovi nomi e denaro per il reinsediamento e li inviavano in luoghi remoti per evitare occhi indiscreti”. Anche perché queste paure sono cresciute recentemente, quando sei bulgari sono stati arrestati nel Regno Unito nel 2023 con l’accusa di raccogliere informazioni sui russi all’estero.