Un gruppo bipartisan di senatori statunitensi ha inviato una lettera alla Casa Bianca, esortando il presidente alla massima attenzione: i cavi per le comunicazioni e l’energia sono da tempo un target di potenziali attacchi da parte di Russia e Cina. Serve un’analisi delle vulnerabilità e una maggiore collaborazione con il settore privato e gli alleati internazionali per garantire la sicurezza di queste infrastrutture vitali, scrivono
Proteggere meglio i cavi sottomarini da potenziali sabotaggi russi e cinesi. Deve essere una priorità nazionale. È quanto scrive un gruppo bipartisan di senatori in una lettera destinata alla Casa Bianca. I membri della Camera alta del Congresso di Washington, guidato dal repubblicano Todd Young e dal democratico Chris Murphy, avvertono il presidente Joe Biden che i cavi sottomarini per le comunicazioni e l’energia sono da tempo un target e che la proprietà privata di molti di questi cavi potrebbe ostacolarne la manutenzione e la protezione in un futuro conflitto con la Russia o la Cina. “È imperativo che gli Stati Uniti avviino un’analisi delle vulnerabilità esistenti nell’infrastruttura globale dei cavi sottomarini, includendo la minaccia di sabotaggio da parte della Russia e il ruolo crescente della Repubblica Popolare Cinese nella posa e riparazione dei cavi”, scrivono. “Se vogliamo davvero approfondire le relazioni commerciali e di sicurezza vitali con partner e alleati disponibili, questa deve essere una priorità nazionale”.
La questione è nazionale, dunque. Lo racconta questa domanda rivolta dai senatori: “In che modo l’amministrazione sta collaborando con il settore privato per garantire che gli investimenti delle imprese commerciali nei cavi sottomarini siano in linea con le priorità di sicurezza nazionale degli Stati Uniti?”.
Ma è anche internazionale. Infatti, gli eletti chiedono: “Come intendete proteggere la sicurezza fisica dei cavi sottomarini in mare aperto, anche attraverso l’interpretazione del diritto internazionale consuetudinario?”. E ancora: “Qual è la strategia dell’amministrazione per incoraggiare altre nazioni a scegliere fornitori di fiducia nella selezione dei produttori di cavi sottomarini, in particolare in quelle nazioni che destano preoccupazione o che possono essere vulnerabili a coercizione o covert action degli avversari dell’America?”. Infine: “In che modo l’amministrazione sta lavorando a livello multilaterale per migliorare collettivamente la sicurezza e monitorare le potenziali minacce alle infrastrutture sottomarine, anche attraverso la Nato, il Quad e l’Indo-Pacific Economic Framework for Prosperity?”.
A tal proposito, l’amministrazione Biden ha lanciato un mese fa il Comunicato congiunto di New York sulla sicurezza e la resilienza dei cavi sottomarini in un mondo globalmente digitalizzato. L’iniziativa, a cui ha aderito nei giorni scorsi anche l’Italia, impegnata con gli Stati firmatari ad “adottare politiche per consentire infrastrutture efficienti, robuste, ridondanti, resilienti e sicure per i flussi di dati e informazioni in rete”. Nel documento non vengono esplicitati i rischi per la sicurezza nazionale ed economica, come i sabotaggi. Elementi più volte sottolineati, invece, dai senatori. I Paesi firmatari si sono impegnati ad adottare politiche che garantiscano la resilienza e la sicurezza, integrando le migliori pratiche di cybersicurezza e promuovendo la cooperazione tra governi e industria. Inoltre, hanno evidenziato la necessità di pianificare le rotte dei cavi, valutare regolarmente i rischi di sicurezza e assicurare trasparenza nella gestione delle reti. Rispettare le normative internazionali e nazionali è fondamentale per la protezione e la gestione dei rischi legati ai cavi sottomarini, si legge. “Approvando questi principi, ci auguriamo che altre nazioni li seguano all’interno dei rispettivi sistemi di governo, creando così un’azione collaborativa per preservare meglio l’affidabilità, l’integrità, la sicurezza e la disponibilità delle infrastrutture che supportano la comunità globale”, conclude la nota.