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Perché la commissione Difesa della Camera avvia un’indagine sul quantum

Serve una migliore comprensione delle nuove potenzialità della tecnologia in ambito militare e dei rischi derivanti dall’uso malevolo, ha spiegato il presidente Minardo. Verranno sentiti rappresentanti di ricerca, università e industria, ma anche difesa, Cnr e Acn

La commissione Difesa della Camera ha deciso di avviare un’indagine conoscitiva sulle tecnologie quantistiche. Lo ha comunicato all’ufficio di presidenza il presidente Nino Minardo. L’obiettivo, ha spiegato, è “una migliore comprensione delle nuove potenzialità della tecnologia quantistica in ambito militare e, dall’altro lato, i possibili scenari derivanti dall’uso malevolo di strumenti quantistici in tutti i domini della guerra moderna”.

Le parole di Minardo

I computer quantistici, ha continuato Minardo, “offrono potenze di calcolo di ordini di grandezza nettamente superiori a quelli classici e dunque sono un’opportunità”. Infatti, il quantum computing si configura come il prossimo game changer, con macchine più veloci ed efficienti. Allo stesso tempo, però, serve consapevolezza, avverte Minardo: “Questa grande potenza di calcolo sarà in grado di eseguire tutte le possibili combinazioni crittografiche in tempi enormemente brevi per decrittare informazioni o documenti crittografati in modo convenzionale, con pericolose conseguenze per gli apparati militari e d’intelligence e per la sicurezza e l’autenticità delle comunicazioni in generale”, ha aggiunto.

Siamo preparati?

Un mese fa, intervenendo all’evento “The quantum clock is ticking”, organizzato dalla Luiss in collaborazione con Ibm Italia, lo stesso Minardo spiegava che “le minacce derivate dall’uso malevolo della tecnologia quantistica sono sempre più concrete e destano preoccupazione, in particolare nell’attuale contesto geopolitico”. In particolare, “un eventuale attacco alle chiavi di crittografia asimmetrica porterebbe al collasso di tutti i sistemi informativi, ad una vera e propria apocalisse quantistica a cui non siamo preparati”, aveva dichiarato.

Le audizioni

Il programma dell’indagine conoscitiva prevede i contributi di attori del mondo della ricerca, dell’università e dell’industria. Ma anche quelli dei principali rappresentanti del comparto della Difesa oltre che dei rappresentanti del Consiglio nazionale delle ricerche e del direttore dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale Bruno Frattasi.

Attenzione al personale

Particolare attenzione verrà posta sulle competenze. Come ha spiegato nei giorni scorsi Matteo Perego di Cremnago, sottosegretario alla Difesa, un personale specializzato è strategico nei nuovi domini. “Il rafforzamento delle competenze e delle specialità necessarie per operare nei nuovi domini operativi, come quello cyber, rappresenta una priorità per la Difesa, al fine di innalzare la resilienza dell’intero comparto ed essere pronti alla gestione di qualsiasi evento”, ha dichiarato all’evento “Intelligenza artificiale, sfide e opportunità per la Difesa e Sicurezza” organizzato dall’Istituzione dei Cavalieri di Santo Stefano Papa e Martire di Pisa.

Verso una strategia nazionale?

L’indagine della commissione Difesa di Montecitorio sembra un passo verso una strategia nazionale quantum che permetta all’Italia di coordinare gli investimenti e posizionarsi anche a livello internazionale. La delega alla strategia nazionale quantum – che sintetizzi innovazione, ricerca, resilienza e industria – sta alla Presidenza del Consiglio, in particolare al sottosegretario Alessio Butti. Si lavora anche in sede europea, con un gruppo ristretto al lavoro strategia quantum dell’Unione europea (delegato del governo italiano è Serafino Sorrenti, chief information security officer della Presidenza del Consiglio dei ministri). Il prossimo appuntamento dello European Quantum Technologies Coordination Group è fissato per il 18 novembre a Lisbona, in Portogallo.

La prospettiva internazionale

Ad agosto gli Stati Uniti hanno ha organizzato il primo incontro tra alleati nel settore quantum. Presenti Australia, Corea del Sud, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Giappone e Regno Unito. Si era discusso dello sviluppo di “approcci coordinati” al settore “per promuovere catene di approvvigionamento resilienti e affidabili, collaborazioni in materia di ricerca e sviluppo e un futuro quantistico in linea con gli interessi e i valori condivisi, consentendo al contempo a ciascun Paese di mantenere un ambiente competitivo per gli sviluppi quantistici”.



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