La capacità dei computer quantistici di violare le attuali chiavi di cifratura pone l’Ue di fronte a una sfida urgente. Secondo Kremidas-Courtney (European Policy Centre), l’Europa è chiamata ad accelerare su questi fronti, lavorando a stretto contatto con la Nato e gli Stati membri per garantire infrastrutture digitali sicure
L’emergere dei computer quantistici rappresenta una sfida fondamentale per la sicurezza informatica: questi calcolatori avanzati, basati su sovrapposizione ed entanglement, potranno decifrare le attuali chiavi di cifratura, esponendo infrastrutture digitali cruciali a rischi enormi. Gli hacker dotati di tecnologia quantistica potrebbero decodificare comunicazioni governative e militari, attaccare sistemi critici e mettere a rischio la nostra privacy digitale. Lo racconta Chris Kremidas-Courtney, senior visiting fellow allo European Policy Centre, analizzando la posizione dell’Unione europea nella corsa al quantum.
Per contrastare questa minaccia, l’Unione europea deve accelerare il passaggio agli standard di crittografia quantum-proof. Malgrado i progressi del programma Quantum Flagship, è essenziale aumentare il ritmo di adozione nei settori strategici. Negli Stati Uniti, per esempio, l’amministrazione Biden ha già richiesto difesa quantum-proof per i sistemi governativi entro il 2030, un’iniziativa seguita anche dalla Nato. L’Europa deve quindi garantire che la sua infrastruttura digitale sia altrettanto sicura, scrive Kremidas-Courtney.
La guerra in Ucraina ha rivelato la vulnerabilità dei sistemi di navigazione satellitare, facilmente disturbabili dai sofisticati attacchi elettronici russi. Per superare queste limitazioni, l’Europa deve adottare sensori quantistici avanzati, che offrono precisione di navigazione anche in ambienti senza Gps e possono rilevare sottomarini e strutture sotterranee, prosegue l’analisi. L’adozione di questi sensori, resistenti alle interferenze, deve rappresentare una priorità strategica per sia per la Nato sia per l’Unione europea. Più in generale, serve evitare collaborazioni con attori non europei ma anche definire una strategia comune tra Nato e Unione europea è quindi cruciale, stabilendo scadenze precise per adottare standard quantistici condivisi e interoperabili.
Stati nazionali, Unione europea e Nato. Tanti i livelli a cui si lavora su strategie quantum. La sfida sarà puntarle tutte nella stessa direzione nel rispetto delle competenze e delle differenze. Come raccontato su Formiche.net la scorsa settimana, il 18 novembre a Lisbona, in Portogallo, si riunirà lo European Quantum Technologies Coordination Group. Delegato del governo italiano è Serafino Sorrenti, chief information security officer della presidenza del Consiglio dei ministri.