Washington colpisce quasi 400 entità e individui in diverse nazioni, incluse Cina e Turchia, per il loro supporto all’invasione russa dell’Ucraina. Tra le aziende colpite c’è l’indiana Lokesh Machines Limited, accusata di aver collaborato con Alikhanov per importare macchinari dall’italiana Fagima Spa
Gli Stati Uniti hanno imposto oggi sanzioni a quasi 400 entità e individui, anche in Cina, Svizzera, Tailandia e Turchia, accusati di aver fornito sostegno all’invasione russa dell’Ucraina. Tra le società sanzionate c’è l’indiana Lokesh Machines Limited, specializzata in macchine utensili avanzate.
L’azienda si è coordinata con Dmitrii Vladimirovich Alikhanov, già sanzionato a giugno, e la sua società Newton-ITM “per importare macchine a controllo numerico di origine italiana dall’azienda Fagima Spa”, si legge nel comunicato del Tesoro americano.
Il proprietario e amministratore delegato di Fagima, Massimo Falchini, e il direttore marketing di Fagima, Fulvio Salvadori, “hanno contribuito a soddisfare gli ordini per la rete di Alikhanov e a eludere le sanzioni, anche dopo la designazione di Alikhanov nel giugno 2024”, si leggeva nella nota del Tesoro americano che ad agosto aveva dato notizia delle sanzioni contro Fagima, Falchini e Salvadori. Assieme a loro era stato sanzionato un altro italiano, Giulio Sfoglietti, accusato di essere coinvolto nella fornitura di attrezzature militari e munizioni per conto di un intermediario turco. Quel tabù di aziende di un Paese stretto alleato aveva mandato un chiaro messaggio agli alleati, anche davanti ad alcune ambiguità: nessuno è immune, neppure nel G7.
Ma il coordinamento tra l’azienda indiana e Alikhanov “è continuato” anche dopo le sanzioni imposte all’imprenditore russo e al suo giro, scrive oggi il Tesoro americano.
Gli Stati Uniti e i loro alleati “continueranno a prendere azioni decise in tutto il mondo per fermare il flusso di tecnologie essenziali di cui la Russia ha bisogno per la sua guerra illegale e immorale contro l’Ucraina”, ha detto Wally Adeyemo, vicesegretario al Tesoro. Le sanzioni puntano a infliggere un duro colpo alle “reti globale di evasione” delle misure decise contro Mosca.