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Porto Rico non vota, ma pesa nelle elezioni americane. Ecco perché

La scelta elettorale dei cittadini residenti nell’isola non rientra nel conteggio ufficiale per le presidenziali. Ma i temi e i candidati a governatore hanno un peso nella campagna

È vero, sebbene i cittadini portoricani siano a tutti gli effetti cittadini americani, non hanno però diritto al voto nelle elezioni per scegliere il presidente degli Stati Uniti. Nelle schede elettorali sì, ci sono i candidati Kamala Harris e Donald Trump, e gli elettori residenti nell’isola di Porto Rico possono scegliere come preferenze, ma questi voti non hanno alcun peso nei risultati ufficiali finali.

Questa scheda elettorale si chiama “scheda di preferenza presidenziale” e ha foto, nomi e partiti politici, così come i riferimenti dei candidati alla presidenza. Tuttavia, Porto Rico è un “territorio” e non uno stato degli Stati Uniti, come spiega l’emittente Cnn, per cui nel conteggio finale queste schede non sono contabilizzate.

Secondo la Costituzione americana, il Congresso degli Stati Uniti ha l’autorità piena sui territori e definisce tutte le regole necessarie rispetto al territorio e altre proprietà appartenenti agli Usa.

Così, come Porto Rico è gestito dal Congresso come territorio degli Usa, non ha rappresentazione a livello legislativo, anche se ha un commissario residente o delegato eletto. Non ha nemmeno un collegio elettorale, per cui non può registrare i voti alla presidenza. Stesso discorso per gli altri territori come Guam, Isole Vergine, Isole Marianne Settentrionali, Samoa e le Isole minori esterne.

Nondimeno, Porto Rico è ben presente nella campagna elettorale presidenziale. I portoricani sono stati al centro dell’attenzione durante un comizio dell’ex presidente Trump in cui il commediante Tony Hinchcliffe ha chiamato Porto Rico “l’isola galleggiante di spazzatura”. Il candidato repubblicano ha cercato di prendere le distanze dal commento mentre Harris ne ha amplificato e denunciato il commento denigrante.

Indubbiamente, dunque, Porto Rico ha una presenza nella corsa elettorale presidenziale americana. Infatti, era molto atteso un endorsement del cantante portoricano Bad Bunny (si prevede che potrebbe spostare più voti di Taylor Swift per l’influenza sui latinos). Dopo l’insulto di Hinchcliffe, Bunny ha espresso supporto per la candidata Harris, insieme ad altri artisti nati all’isola come Jennifer Lopez e Ricky Martin.

Ma quali sono i temi che stanno a cuore ai portoricani? Prima di tutto il tema dell’energia elettrica. Negli ultimi anni sono aumentati blackout in frequenza e durata, come si legge sul New York Times, e questo fa riflettere molto gli elettori: “Sette anni dopo l’arrivo dell’uragano Maria, la rete elettrica continua ad essere fragile, inefficiente e costosa – i portoricani pagano le bollette di elettricità più alte degli Stati Uniti -, nonostante la privatizzazione del sistema nel 2021”.

Il tema dell’energia elettrica è stato al centro della campagna del governatore. “I blackout hanno provocato recentemente un inaspettato interesse nel processo politico – scrive il NYT -, in parte perché stanno danneggiando le piccole imprese che costituiscono una parte importante dell’economia. Alcuni negozi hanno offerto sconti ai clienti che dimostrano che si sono iscritti per votare […] C’è un gran numero di registro di nuovi elettori”.

Questo cambiamento ha lasciato spazio a un terzo partito, dando forza a un candidato della coalizione come governatore di Porto Rico. Si chiama Juan Dalmau, è un ex senatore statale, e ad oggi occupa il secondo posto nei sondaggi. In caso di vittoria sarebbe il primo governatore a non appartenere né al Partito Democratico, né al Partito Repubblicano in più di mezzo secolo. È prima nei sondaggi Jenniffer González Colón (nella foto), repubblicana vicina a Trump. Per il politologo Jorge Schmidt Nieto, queste sono già elezioni storiche, con un prima e un dopo per il peso che ha la terza via.



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