“Le vostre discussioni arricchiranno il G7 offrendo spunti, punti di vista, prospettive nuove che saranno molto importanti per i nostri lavori. Vogliamo essere all’altezza della sfida della pace, del dialogo e della crescita. Lo faremo con l’orgoglio di una diplomazia che costruisce ponti e vuole aprire sempre nuovi canali di dialogo”. L’intervento del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ai Dialoghi Mediterranei
Saluto e ringrazio il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La sua partecipazione ci onora e conferma l’importanza e il carattere strategico del Mediterraneo per la politica estera italiana, e la sua rilevanza centrale negli equilibri europei e internazionali. Saluto gli amici Ministri degli Esteri presenti, le autorità, il pubblico e tutti coloro che ci seguono in collegamento. Ringrazio il Presidente dell’Ispi Franco Bruni per la collaborazione che anche quest’anno l’Istituto ha dato al Ministero degli Esteri per la realizzazione di questo evento.
Benvenuti ai Dialoghi Mediterranei. Una piattaforma di collaborazione e dialogo che quest’anno il Governo italiano ha voluto tenere alla vigilia dell’importante Riunione dei Ministri degli Esteri del G7 che sto per aprire ad Anagni, Fiuggi e Ferentino. Un G7 in cui ho voluto mettere al centro della discussione, oltre all’Ucraina, proprio il Medio Oriente e il dialogo e la collaborazione con i Paesi arabi, per costruire e rafforzare percorsi che portino stabilità e pace nella regione. Affronteremo molti altri temi cruciali: penso al Sahel, al Venezuela, al partenariato strategico con l’Africa, all’Indo Pacifico.
Le parole d’ordine di questo importante appuntamento, come di tutta la Presidenza italiana del G7, sono crescita, pace e sviluppo. Ho voluto aprire il G7 nella Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. A Fiuggi, storica città dell’acqua fonte di vita e dialogo, ho deciso di inaugurare insieme ai Ministri del G7 una panchina rossa, simbolo dell’impegno collettivo contro questo odioso crimine. In parallelo, illumineremo di arancione la facciata del Teatro Comunale di Fiuggi e anche il Ministero degli Esteri. Di fronte a così tante sfide, il gioco di squadra è fondamentale.
Da ormai più di un anno, il Medio Oriente è sconvolto dalla guerra. Una guerra che sembra non avere fine, che ogni giorno restituisce fotografie di distruzione e sofferenza. Come ha più volte detto il Santo Padre Papa Francesco, non dobbiamo abituarci alla guerra, a nessuna guerra. Questa edizione dei Dialoghi Mediterranei, proprio per il parallelo con il G7, vuole essere una piattaforma di discussione e confronto per cittadini, accademici, imprese, tutti tasselli di un grande mosaico per rafforzare il dialogo. La priorità assolute, immediate, sono il cessate il fuoco e la de-escalation, in Libano e a Gaza. Abbiamo più volte detto ai nostri amici libanesi aiutateci ad aiutarvi, lo facciamo anche ora, auspicando l’elezione del Presidente e il rafforzamento delle Istituzioni.
Siamo al loro fianco. Siamo presenti in Libano da anni con i nostri caschi blu nella missione Unifil. Portatori di pace, di cui tutto il Paese è orgoglioso. Lo abbiamo detto e ribadito a tutti gli interlocutori internazionali e alle Nazioni Unite. I nostri uomini sono li’ per garantire la stabilita’ lungo la Linea Blu tra Libano e Israele. Gli attacchi nei loro confronti sono inaccettabili.
Gaza e il Libano sono stati al centro nelle scorse settimane della riunione ministeriale del G7 Sviluppo che ho ospitato a Pescara. Un incontro aperto da una riunione umanitaria nella quale per la prima volta hanno partecipato un rappresentante palestinese, un israeliano e un libanese. Un segno di come la strada del dialogo, in cui crede il Governo italiano, sia sempre quella giusta. Il dialogo è sempre possibile, anche nei momenti più difficili. Un segno anche di come l’Italia sia riconosciuta ovunque come portatore di pace e dialogo.
Penso alla Siria, dove ho voluto nominare un Ambasciatore che e’ gia’ li’ e sta lavorando per portare assistenza umanitaria alla popolazione. Lavoriamo senza sosta per favorire il cessate il fuoco Gaza. Vanno liberati gli ostaggi, e va favorito l’accesso umanitario nella Striscia per aiutare una popolazione che sta soffrendo in maniera enorme per la follia terrorista di Hamas. A Fiuggi ci coordineremo con gli alleati del G7 sui prossimi passi, e anche sulla delicata questione della Corte Penale Internazionale.
L’Italia riconosce e sostiene la Corte, ma deve avere una visione giuridica e non politica. L’obiettivo deve essere il cessate il fuoco e rilanciare il processo politico verso la soluzione di due Stati. L’Italia è in prima linea nell’impegno umanitario con Food for Gaza, un’iniziativa importante della politica estera italiana, seguita da vicino dal Presidente della Repubblica che ringrazio per l’attenzione, in cui ho coinvolto dal primo momento Israele e l’Autorità palestinese.
Desidero ringraziare le tante associazioni, enti, imprese che hanno aderito, lanciando una vera e propria gara di solidarietà per portare nella Striscia tonnellate di aiuti umanitari e sanitari. Nei prossimi giorni partirà un nuovo aereo di aiuti umanitari da Brindisi. A breve partirà anche una nave da Ravenna con altre tonnellate di aiuti e 15 camion che abbiamo donato al Programma Alimentare Mondiale e che distribuiranno gli aiuti dentro la Striscia. Con lo stesso slancio abbiamo varato nei mesi scorsi un grande ponte aereo per portare in Italia oltre 100 bambini di Gaza insieme alle loro famiglie, per essere curati nei migliori ospedali italiani.
L’instabilità nel Mediterraneo ha raggiunto anche il Mar Rosso, e rischia ora di spingersi verso la Somalia. Per questo, abbiamo spinto l’Unione Europea ad agire rapidamente varando la Missione navale Aspides, che sta assicurando il rispetto del cruciale principio della libertà di navigazione in un’area molto importante per le nostre imprese e il nostro export che rappresenta il 40% del Pil. So che avete in programma una sessione di approfondimento sul Mar Rosso, a cui parteciperà la Sottosegretario Tripodi. Il Mar Rosso è una delle principali arterie commerciali del pianeta: circa il 12-14% del commercio marittimo mondiale e il 30% del commercio via container passano per la rotta mediterranea.
Ne abbiamo parlato a lungo a luglio nella riunione dei Ministri del Commercio del G7 a Reggio Calabria. In quella occasione ho voluto portare i Ministri anche a visitare il Porto di Gioia Tauro, una straordinaria infrastruttura logistica nel centro del Mediterraneo. Sono profondamente convinto che il tema delle infrastrutture sia centrale nell’impegno per la pace, perché dove passano le merci, non passano le armi.
In questa prospettiva è cruciale l’importanza di progetti come quello della Via del Cotone che collegherà un Paese strategico come l’India – e saluto il Ministro degli Esteri indiano Jaishankar, in attesa di accoglierlo a Fiuggi – con il Medio Oriente e con l’Europa, attraverso l’Italia. Quando si parla di Medio Oriente allargato è impossibile non pensare anche ai Balcani, una regione prioritaria per il nostro Paese che abbiamo rimesso al centro anche delle priorità dell’Europa.
Per questo ho voluto invitare a questi Dialoghi Mediterranei per la prima volta anche i Paesi della Regione. L’obiettivo è riunire la storia di quella regione con quella europea. Un investimento strategico cruciale per l’Europa, in cui l’Italia è in prima linea come operatore di pace in particolare con i nostri uomini nella missione KFOR.
E poi l’Africa. Una priorità strategica assoluta del Governo. Il Governo ha promosso un nuovo approccio verso il continente, fondato su partenariati paritari in settori chiave come la sanità, la formazione professionale, l’energia, la sicurezza alimentare e l’agricoltura, con iniziative come il Piano Mattei. La priorità è ridare speranza e crescita a un continente che nel 2050 avrà più di 2,5 miliardi di abitanti. Per questo siamo impegnati a sostenere la produzione di vaccini direttamente in Africa, coinvolgendo le imprese italiane di eccellenza. Stiamo anche investendo molto nella formazione. Quest’anno abbiamo più che raddoppiato le borse di studio per studenti africani.
L’obiettivo è promuovere la partecipazione dei giovani alla vita delle loro comunità, favorire la crescita, creare occupazione anche coinvolgendo il nostro settore privato. Anche in funzione di contrasto alle migrazioni irregolari. Perché come diceva Papa Benedetto XVI, anche non emigrare è un diritto umano. Perché, se cresce l’Africa crescono anche l’Italia e l’Europa, cresce tutta la grande regione del Mediterraneo allargato che nella mia visione arriva fino all’India e oltre.
Guardiamo alla speranza della pace nel Mediterraneo, in Medio Oriente, ma non solo. Altro tema chiave del G7 sarà l’Ucraina. Sabato abbiamo ricordato l’Holodomor, lo sterminio per fame di oltre 6 milioni di morti in Ucraina voluto da Stalin. Pochi giorni fa il calendario ha segnato il triste anniversario dei 1000 giorni dall’inizio dell’aggressione russa. Un anniversario che l’Italia, come Presidenza di turno del G7, ha voluto ricordare favorendo una dichiarazione dei Capi di Governo nella quale abbiamo ribadito l’impegno per una pace giusta.
Che non può significare la resa dell’Ucraina! Per questo, nel nostro impegno a 360 gradi a fianco di Kiev, sosteniamo tutti gli sforzi di dialogo per portare Mosca al tavolo del negoziato, e parliamo con tutti i Partner globali. Siamo anche in prima fila nell’assistenza umanitaria e nell’impegno per la ricostruzione. Stiamo dedicando un’attenzione particolare al settore elettrico, cruciale per la popolazione civile, nel momento in cui sta arrivando l’inverno.
Sono molto lieto che il Parlamento abbia ratificato l’accordo con la Banca Europea per lo Sviluppo per un grande progetto da 200 milioni di euro per sostenere il sistema elettrico ucraino. Pochi giorni fa ho ospitato al Ministero un importante Business Forum e a luglio del prossimo anno organizzeremo la Conferenza Internazionale per la Ricostruzione. I Dialoghi Mediterranei hanno un compito cruciale. Le vostre discussioni arricchiranno il G7 che aprirò tra poco offrendo spunti, punti di vista, prospettive nuove che saranno molto importanti per i nostri lavori. Vogliamo essere all’altezza della sfida della pace, del dialogo e della crescita. Lo faremo con l’orgoglio di una diplomazia che costruisce ponti e vuole aprire sempre nuovi canali di dialogo.