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Cuba e gli Stati Uniti, collegati da una nave. Umanitaria

All’alba dello scorso venerdì è arrivata al porto di La Habana la nave “Ana Cecilia”. Dipinta di blu, bianco e rosso, i colori della bandiera cubana, la nave è di 330 piedi. E ha portato una carica inusuale. Si tratta del primo invio marittimo diretto dagli Stati Uniti verso l’isola di Cuba negli ultimi 50 anni. L’imbarcazione è partita mercoledì da territorio nordamericano con un carico di oggetti di prima necessità: cibo, medicine e prodotti per l’igiene personale. Un invio degli esiliati cubani ai loro parenti nell’isola.
 
La compagnia che ha gestito il suo viaggio, International Port Corp. (IPC), ha annunciato che questo trasporto sarà un servizio settimanale. L’informazione però non è stata confermata dal governo cubano. La nave ha l’autorizzazione dei due paesi e la ditta che gestisce il viaggio non sarà multata per irruzione della legge americana che ha imposto il blocco economico all’isola dal 1960.
 
Un “ponte” sul mare che collega Miami a La Habana e che porta con se alimenti, materassi e sedie rotele, per citare alcuni oggetti che sono stati dati portati come aiuti ai cittadini cubani. L’atto di coopperazione ha subito l’indifferenza delle autorità cubane e le critiche dei congresisti statunitensi. Anche se un’azione d’appoggio c’è stata ed è la proroga, per decreto del presidente Barack Obama, di altri sei mesi della sospensione di una clausula della Legge Helms-Burton che permette di denunciare aziende straniere che facciano accordi con il governo cubano. Una proroga della sospensione che, secondo Obama, “è necessaria per gli interessi nazionali degli Stati Uniti e per il processo di transizione di Cuba verso la democrazia”.


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