L’evento annuale della Nato ha dimostrato che l’Alleanza è consapevole della posta in gioco. In futuro sarà necessario abbracciare una mentalità innovativa, capace di conciliare velocità tecnologica, sicurezza e interoperabilità in un quadro strategico comune. L’analisi di Andrea Rigoni, managing director presso Accenture
Dal 3 al 5 dicembre si è svolto a Tampa, in Florida, Nato Edge 2024, l’evento annuale della Nato dedicato all’innovazione tecnologica e all’ICT. Per il mondo della tecnologia e della sicurezza, questa conferenza rappresenta un’occasione unica per comprendere le direzioni strategiche dell’Alleanza e anticipare le dinamiche future in un contesto geopolitico sempre più complesso.
Un momento cruciale per la Nato
Il contesto attuale pone la Nato davanti a sfide senza precedenti nei suoi 75 anni di storia, celebrati lo scorso luglio al Summit di Washington. Da un lato, la nuova amministrazione americana ha sollevato preoccupazioni su una possibile riduzione dell’impegno degli Stati Uniti qualora gli alleati non incrementino i propri contributi. Dall’altro, la guerra in Ucraina e i crescenti timori di un conflitto esteso in Europa, uniti alle tensioni in Medio Oriente, stanno spingendo l’Alleanza a ripensare e accelerare i suoi programmi chiave. Tra questi, la digitalizzazione delle capacità operative emerge come una priorità assoluta.
Per un’organizzazione tradizionalmente caratterizzata da una gestione rigida e compartimentata delle informazioni – con dati ultra-classificati e piattaforme proprietarie – questa trasformazione rappresenta una sfida tecnica e culturale di enorme portata.
Tecnologia e cloud: una nuova era di interoperabilità
Durante Nato Edge 2024, è emerso chiaramente come l’Alleanza punti a un rapido spostamento verso il cloud. L’obiettivo è migliorare l’agilità decisionale e la qualità del coordinamento tra i Paesi membri. Tuttavia, questa transizione richiede un ripensamento delle relazioni con il settore tecnologico privato, considerato ormai un partner strategico fondamentale.
La Nato sta abbandonando il modello tradizionale “NONO” (Nato Owned, Nato Operated), in cui l’organizzazione manteneva il pieno controllo sulla progettazione e gestione delle infrastrutture tecnologiche. Questo approccio, seppur sicuro, ha limitato la capacità dell’Alleanza di sfruttare le innovazioni dell’ultimo decennio. Ora si punta a un modello “COCO” (Company Owned, Company Operated), che affida all’industria privata la gestione di tecnologie e servizi attraverso contratti di outsourcing e managed services. Si tratta di un cambio di paradigma che, se da un lato consente maggiore velocità e flessibilità, dall’altro introduce nuove complessità nella gestione della sicurezza e della fiducia tra settore pubblico e privato.
Multi-Domain Operations e l’AI: il futuro della cooperazione
Un’altra sfida cruciale per la Nato è armonizzare le capacità operative delle nazioni membri, garantendo l’interoperabilità e supportando le cosiddette Multi-Domain Operations (MDO), ovvero la capacità di operare simultaneamente in domini terrestri, marittimi, aerei, spaziali e cibernetici. Questo richiede un impegno significativo per sviluppare dottrine comuni e piattaforme tecnologiche condivise.
Un esempio emblematico proviene dal settore navale, dove attualmente operano 28 piattaforme proprietarie che interagiscono con notevoli difficoltà. Il processo tradizionale per definire nuovi standard e implementazioni tecnologiche richiede spesso un decennio, un lasso di tempo insostenibile di fronte alla rapidità delle minacce odierne. È qui che l’intelligenza artificiale, in particolare quella generativa, potrebbe avere un ruolo rivoluzionario, accelerando l’interfacciamento tra sistemi nazionali e migliorando l’efficienza operativa. Tuttavia, sfruttare appieno queste opportunità richiede nuove competenze e una capacità di collaborazione senza precedenti con il settore privato.
Una visione condivisa, ma molte sfide
La Nato ha delineato una visione chiara: un’Alleanza tecnologicamente avanzata, capace di affrontare le sfide future con agilità e coordinamento. Il settore privato condivide questa agenda, ma tradurla in realtà richiede nuovi modelli di collaborazione, basati non solo su contratti formali, ma su una fiducia reciproca e una visione di lungo periodo.
In definitiva, Nato Edge 2024 ha dimostrato che l’Alleanza è consapevole della posta in gioco. Per vincere questa sfida, sarà necessario abbracciare una mentalità innovativa, capace di conciliare velocità tecnologica, sicurezza e interoperabilità in un quadro strategico comune.