Il ministro degli Esteri ha annunciato una riforma della Farnesina per affrontare le sfide economiche e di sicurezza. La proposta sarà presto all’attenzione del governo
Una ristrutturazione della Farnesina per adattarla ai tempi che cambiano, in particolare alle minacce ibride. È quanto ha dichiarato oggi da Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, alla XVII edizione degli “Stati generali della diplomazia”, la Conferenza delle ambasciatrici e degli ambasciatori d’Italia nel mondo.
“Siamo oggetto di un’offensiva ibrida”, ha detto il ministro. Il riferimento è al contesto della guerra in Ucraina. “È già la terza volta che affrontiamo la questione nell’ambito della Conferenza degli ambasciatori”, ovvero dall’inizio dell’invasione russa nel febbraio 2022. Proprio oggi il Consiglio dell’Unione europea ha imposto, per la prima volta in assoluto, misure restrittive contro 16 persone e tre entità per rispondere alle minacce ibride della Russia contro l’Unione europea, i suoi Stati membri e i suoi partner: tra i sanzionati c’è anche anche l’Unità 29155 dell’agenzia di intelligence militare russa Gru, nota per il suo coinvolgimento in omicidi stranieri e attività di destabilizzazione come attentati e attacchi informatici in tutta Europa, e alcuni dei suoi militari attivi in Ucraina, Europa occidentale e Africa.
Ma non c’è soltanto la Russia. Alla fine del suo discorso, il ministro Tajani ha presentato gli ambasciatori intervenuti durante la sessione come figure che hanno “qualche idea di quella che sia la guerra ibrida”: Mariangela Zappia, ambasciatrice a Washington, Luca Ferrari, ambasciatore a Tel Aviv, e Massimo Ambrosetti, ambasciatore a Pechino.
Per questo, Tajani ha spiegato di aver dato mandato al segretario generale della Farnesina, l’ambasciatore Riccardo Guariglia, “di preparare una riforma del ministero per adattarla ai cambiamenti”. Sia sul fronte economico, occupandosi il ministero anche di export. Sia sul fronte relativo a sicurezza cibernetica, intelligenza artificiale e minacce ibride – gestito ora da “soltanto un ufficio”, unità guidata dal diplomatico Diego Brasioli. “Va ristrutturato il ministero per adattarlo ai tempi, renderlo più capace a dare risposte concrete agli ambasciatori e aiutare il governo”, ha dichiarato ancora rilanciato la proposta avanzata già la scorsa settimana a margine della Riunione plenaria annuale degli esperti per la sicurezza in servizio presso le rappresentanze diplomatiche e consolari. La proposta sarà “presto” all’attenzione della Presidenza del Consiglio e del governo, anche dopo un confronto con il sottosegretario Alfredo Mantovano, Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, e Guido Crosetto, ministro della Difesa.
Nel suo intervento, Mantovano ha evidenziato come oggi non ci sia più “alternanza tra guerra e pace, la strategia si intreccia con la diplomazia”. Il concetto di guerra ibrida “non è nuovo, ma c’è qualcosa di estremamente nuovo rispetto al passato: l’innovazione tecnologica rende la guerra ibrida molto più efficace di quanto si pensava in passato”, ha aggiunto sottolineando poi “la necessità di un salto culturale nella questione cybersecurity e nella necessità di una collaborazione più stretta tra tutte le strutture cyber dei vari ministeri” ma anche tra pubblico e privato. Per Crosetto, che si è soffermato in particolare sull’intelligenza artificiale, è necessario “costruire strumenti per darci un substrato tecnologico industriale che alla fine diventa anche un fattore di difesa. Sono temi estremamente tecnici ma che hanno a che fare con il nostro futuro”, ha spiegato.