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Cosa ci fanno le navi da sbarco nel Sud della Cina?

Le numerose chiatte speciali localizzate nel porto della Cina meridionale hanno funzioni di sbarco anfibio, in modo simile ai loro antenati della Seconda guerra mondiale. E anche se non sono un allarme rosso, dimostrano le intenzioni di Pechino

Negli ultimi mesi gli analisti della difesa hanno registrato una dinamica particolare nei cantieri navali della cittadina di Guangzhou, nella Cina meridionale: l’accumularsi di numerose chiatte equipaggiate con ponti stradali estremamente lunghi. Secondo diverse fonti, queste chiatte sarebbero destinate a operazioni di sbarco anfibio, offrendo un indizio visivo significativo di come potrebbe apparire un’eventuale invasione cinese di Taiwan.

Le chiatte osservate nei cantieri di Guangzhou Shipyard International (Gsi) presentano una configurazione unica. Dotate di ponti stradali che si estendono per oltre 120 metri, queste strutture potrebbero essere utilizzate per collegare una spiaggia a una strada costiera o a una superficie dura. Al retro delle chiatte è presente una piattaforma aperta che consente l’attracco di altre navi e il carico/scarico di veicoli e materiali pesanti, come carri armati e camion. Alcune di queste chiatte sono inoltre dotate di pilastri retrattili, noti come “jack-up”, che garantiscono stabilità anche in condizioni meteorologiche avverse. La loro somiglianza con i Mulberry Harbours, le infrastrutture portuali temporanee costruite dagli Alleati per lo sbarco in Normandia durante la Seconda Guerra Mondiale, è evidente, anche per l’approccio rapido e innovativo con cui sono state progettate e costruite.

Gli esperti concordano sul fatto che queste chiatte siano progettate specificamente per operazioni anfibie su larga scala, rendendo improbabile un loro utilizzo esclusivamente civile. Emma Salisbury, ricercatrice di Sea Power presso il Council on Geostrategy, ha dichiarato: “Qualsiasi invasione di Taiwan richiederebbe un numero considerevole di navi per trasportare rapidamente personale ed equipaggiamenti, in particolare veicoli corazzati”. Queste chiatte mobili sembrano perfettamente adatte a questo scopo.

La Cina ha inoltre sviluppato una vasta flotta di navi dual-use, come ad esempio i traghetti roll-on/roll-off, capaci di trasportare veicoli militari pesanti. Secondo Damien Symon, analista della difesa, questi traghetti, regolarmente esercitati in operazioni militari, potrebbero essere integrati con le chiatte per garantire un trasporto rapido e massiccio di truppe e mezzi.

La strategia difensiva tradizionale di Taiwan si basa sul fatto che solo poche spiagge dell’isola principale sono adatte a sbarchi anfibi su larga scala e possono essere fortemente difese. Tuttavia, le nuove chiatte cinesi potrebbero cambiare drasticamente questo scenario. Grazie ai ponti estendibili, la Cina potrebbe effettuare sbarchi su coste precedentemente considerate inadatte, come spiagge rocciose o sabbiose, evitando le difese previste nei punti più vulnerabili. Inoltre, queste chiatte fungerebbero da porti mobili, consentendo alle forze cinesi di sbarcare direttamente veicoli pesanti su terreni più solidi o strade costiere, senza dipendere dai porti taiwanesi.

La costruzione di queste chiatte rappresenta un ulteriore tassello nella crescente preparazione della Cina per un potenziale conflitto nello Stretto di Taiwan. Sebbene possano teoricamente essere giustificate per usi civili, la loro progettazione e le specifiche tecniche suggeriscono chiaramente un utilizzo militare. Per Taiwan, la presenza di queste chiatte introduce una nuova variabile strategica, complicando la pianificazione della difesa e aumentando la necessità di adattarsi a uno scenario di invasione sempre più imprevedibile. Per la comunità internazionale, questi sviluppi rappresentano un segnale allarmante della determinazione cinese a mantenere aperta l’opzione di un intervento militare nell’isola.


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