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Sicurezza ma anche innovazione. Cosa aspettarsi dal summit IA di Parigi

La sfida più grande del vertice della prossima settimana sarà quella di far impegnare Cina e Stati Uniti, che temono rallentamenti alle capacità di innovazione, spiega Verdi, esperto dell’Ecfr. L’appuntamento sarà un passaggio fondamentale anche per le ambizioni europee

Per la Francia e l’Unione europea, il summit sull’intelligenza artificiale che si terrà il 10 e l’11 febbraio al Gran Palais di Parigi arriva nel bel mezzo dei timori di rimanere indietro nella corsa all’intelligenza artificiale, dice Giorgos Verdi, policy fellow dello European Council on Foreign Relations, ricordando che il presidente francese Emmanuel Macron da tempo sostiene la necessità di trovare una “terza via” europea nel settore.

L’AI Action Summit si propone di continuare il lavoro iniziato a Bletchley Park, nel Regno Unito, nel 2023 e di ampliarlo. Infatti, l’evento britannico era intitolato AI Safety Summit. Dunque, invece di concentrarsi esclusivamente sulle questioni relative alla sicurezza dell’intelligenza artificiale, la leadership francesi sta spostando l’attenzione sulle opportunità che questa tecnologia può offrire. Cinque i temi in agenda: l’intelligenza artificiale di interesse pubblico, il futuro del lavoro, l’innovazione e la cultura, la fiducia nell’intelligenza artificiale e la governance globale dell’intelligenza artificiale.

Il tutto avviene in un momento delicato nella rivalità strategica e sistematica tra Stati Uniti e Cina, dove la tecnologia ha un ruolo decisivo. Infatti, poche settimane fa la start-up cinese DeepSeek ha scosso il mondo – quello dell’intelligenza artificiale ma non soltanto – con la distrbuzione del modello R1, a basso consumi e open-source. Pochi giorni prima la Casa Bianca aveva annunciato un piano di investimenti di 500 miliardi di dollari per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Anche per il tempismo, l’ascesa di DeepSeek ha suscitato negli Stati Uniti il timore che la Cina possa sfidare il dominio americano sull’intelligenza artificiale.

Per questo, sostiene Verdi, le due superpotenze “potrebbero mostrare scarso interesse nell’adottare impegni tangibili che rallenterebbero le rispettive capacità di innovazione”. Riuscire in questo obiettivo, aggiunge, “sarà la sfida più grande del vertice. L’accordo sui principi di base che regolano lo sviluppo e l’uso dell’ intelligenza artificiale è considerato sempre più urgente, visto il predominio di un piccolo numero di aziende private”, aggiunge.

E l’Unione europea? La scorsa settimana la Commissione europea ha annunciato la Bussola della competitività, la dottrina economica dell’Unione europea per i prossimi cinque anni, che pone l’accento sul rilancio del motore dell’innovazione europea, in particolare sulla sua capacità di innovare nell’intelligenza artificiale. “Il successo di questa visione dipenderà dalla capacità dell’Unione europea di mobilitare investimenti pubblici e privati, affrontando al contempo le barriere del mercato unico”, commenta Verdi.

Al summit ci saranno anche due figure molto vicine al neopresidente americano Donald Trump: Elon Musk, che con il suo Make Europe Great Again non sta nascondendo interferenze nelle politiche nazionali europee, e JD Vance, il vicepresidente che recentemente ha collegato la regolamentazione tecnologica europea al sostegno militare americano. Il summit “sarà foriero di ulteriori scosse”, conclude l’esperto.


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