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Africa e sicurezza italiana. Le raccomandazioni del Copasir per il Piano Mattei

Il Copasir ha presentato alle Camere la sua relazione sulla situazione geopolitica del continente e sulle implicazioni per la sicurezza nazionale italiana. Il documento evidenzia l’importanza di un approccio “paritario e non predatorio” sottolineando la necessità di affrontare le cause profonde dell’instabilità africana. Il Comitato richiama inoltre l’attenzione sulla crescente influenza di Russia e Cina, sul ruolo strategico della cooperazione militare italiana e sulle opportunità economiche per il Paese

Affinché il Piano Mattei lanciato dal governo Meloni abbia successo, il suo approccio “paritario e non predatorio” non può dall’esaminare “le cause profonde dell’attuale situazione in cui versa il continente africano e che affondano le loro radici in ragioni di carattere storico, acuite dai cambiamenti climatici, dalle condizioni di estrema povertà, dalle crisi alimentari, dallo spesso carente accesso all’acqua potabile, nonché da fattori quali l’instabilità politica, la presenza di regimi non democratici e spesso connotati da alti tassi di corruzione, le forti diseguaglianze sociali, il terrorismo, la penetrazione di potenze autoritarie, tutti aspetti tra loro intimamente legati”. È quanto si legge nella Relazione sulla situazione geopolitica del continente africano e sui suoi riflessi sulla sicurezza nazionale consegnata alle Camere questa settimana dal Copasir, il comitato parlamentare di controllo sull’operato dell’intelligence.

Il comitato, presieduto dal deputato dem Lorenzo Guerini, ha avviato questo approfondimento un anno e mezzo fa con 30 audizioni, di cui sette con esponenti del governo. Altre con i vertici dell’intelligence e delle forze armate, gli ambasciatori italiani presso alcuni Stati africani, per la prima volta i rappresentanti di alcuni think tank (Aspenia, Ecfr, Iai e Ispi) e di alcune imprese particolarmente attive nel continente, nonché di Confindustria. Le ragioni della relazione stanno in alcuni numeri dell’Africa: 54 Stati e migliaia di etnie; entro il 2030 oltre il 40 per cento della popolazione giovanile mondiale sarà africana; entro il 2050 l’Africa rappresenterà più del 25 per cento della popolazione globale; dal punto di vista economico, l’Africa è il secondo continente, dopo l’Asia, con il più alto tasso di crescita, con proiezioni per il 2025 che superano quelle medie globali. L’Africa, dunque, è il continente che cresce di più e anche il più giovane, sottolinea il Copasir.

Sette i temi affrontati: migrazioni, minacce alla sicurezza derivanti dalla presenza di attori statali esteri, terrorismo, approvvigionamento di materie prime, approvvigionamento energetico, sicurezza militare e sicurezza alimentare.

L’analisi del Copasir evidenzia come le sfide africane siano intimamente legate alla sicurezza nazionale italiana ed europea. Il Comitato sottolinea la necessità di un approccio integrato e non predatorio, in linea con le conclusioni del G7 di Borgo Egnazia sotto presidenza italiana e il metodo del Piano Mattei. Tale prospettiva richiede di affrontare le cause profonde dell’instabilità del continente: dalla povertà alle crisi alimentari, dall’accesso limitato all’acqua all’instabilità politica e alla penetrazione di potenze autoritarie. Solo un quadro di maggiore stabilità e sicurezza nei Paesi africani potrà riflettersi positivamente anche sull’Europa, rendendo imprescindibile un’azione coordinata e strategica per garantire non solo la sicurezza, ma anche il rafforzamento delle relazioni economiche e politiche tra le due sponde del Mediterraneo.

Una leva importante è rappresentata dalla “ulteriore valorizzazione della presenza dei nostri contingenti militari, molto apprezzati dai governi dei Paesi africani per l’equilibrio e la professionalità con cui conducono le loro missioni”. La cooperazione militare ha “un’importanza strategica per stabilire relazioni solide con i Paesi ospitanti” ed è “spesso alla base di accordi successivi, inclusi quelli di natura commerciale per le imprese del nostro Paese, comprese le industrie della difesa”, si legge nella relazione. Tale tipo di cooperazione, che il Copasir “raccomanda di rafforzare, ha il vantaggio di stabilire forti legami anche con i quadri dirigenti dei Paesi africani, anche al fine di favorire la creazione di importanti sinergie dagli evidenti risvolti positivi nel campo della sicurezza”.

Quanto alla presenza di attori statali, il Copasir “richiama l’attenzione sulla necessità di una maggiore consapevolezza sulle conseguenze”. In particolare delle presenze di Russia e Cina, che sono “portatori di rilevanti interessi strategici, spesso non coincidenti, se non addirittura alternativi e sfidanti, rispetto a quelli dell’Italia e dell’Unione europea, sia in termini di proiezione nazionale, politica, economica e militare dei medesimi attori, sia in termini di possibile utilizzo, anche grazie agli strumenti della disinformazione, delle dinamiche interne ai Paesi africani in chiave di pressione e financo di destabilizzazione degli equilibri sociali europei”.


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