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Dove puntano gli occhi Cina, Russia, Iran e Turchia. Cosa dice la relazione del Copasir

Pechino ha investito miliardi di dollari in infrastrutture attraverso la Belt and Road Initiative, mentre Mosca ha stabilito cooperazioni militari. Anche Teheran e Ankara stanno intensificando la loro presenza. La relazione del Copasir evidenzia come questi investimenti e accordi possano comportare rischi per la sovranità e la stabilità politica del continente africano, richiedendo una visione integrata e consapevole per uno sviluppo autonomo e sostenibile

Negli ultimi anni, l’Africa è diventata il palcoscenico di una competizione geopolitica globale. Attori esterni cercano di accrescere la propria influenza economica, politica e militare, e la relazione del Copasir evidenzia come tale scenario stia trasformando il continente (qui il nostro articolo generale sul documento). Tra questi, la Cina e la Russia sono protagonisti indiscussi, ma anche altri Stati – in particolare l’Iran e la Turchia – stanno intensificando la loro presenza.

La strategia cinese

La Cina, attraverso la Belt and Road Initiative (BRI), ha investito miliardi di dollari in progetti infrastrutturali, quali la costruzione di porti, ferrovie e reti energetiche. I dati del documento indicano che i finanziamenti cinesi ammontano a circa 150 miliardi di dollari negli ultimi cinque anni, interessando oltre il 70% dei Paesi del continente. Tali prestiti, concessi spesso a tassi agevolati e senza vincoli condizionanti, hanno stimolato la crescita, ma hanno sollevato timori per un accumulo di debito e una possibile perdita di autonomia decisionale.

L’approccio russo e la presenza militare

La Russia ha adottato una strategia focalizzata su accordi di cooperazione militare, vendita di armamenti e formazione delle forze locali. L’attività della compagnia Wagner è emblematicamente citata nel documento, che osserva come la presenza russa rappresenti “un punto di riferimento per alcune giunte militari” e rafforzi la sua influenza in regioni strategiche, specialmente dove sono presenti risorse minerarie ed energetiche. Pur con investimenti complessivi stimati tra 20 e 30 miliardi di dollari, il peso dell’approccio russo si misura soprattutto in termini di impatto geopolitico.

L’Iran e gli altri attori

Nella relazione non trascura l’operato di altri attori: l’Iran, ad esempio, sta ampliando la propria presenza attraverso investimenti nel settore energetico, agricolo e infrastrutturale. L’analisi rileva che l’Iran ha erogato finanziamenti per circa 2–3 miliardi di dollari, focalizzandosi sui Paesi del Nord Africa e del Corno d’Africa. Anche la Turchia, attraverso accordi bilaterali e investimenti in progetti di formazione e infrastrutture energetiche, sta consolidando la sua presenza sul continente.

Le raccomandazioni

La crescente presenza degli attori esterni in Africa, espressa attraverso ingenti investimenti economici, accordi militari e strategie diplomatiche, sta rimodellando gli equilibri geopolitici del continente. Come riporta il rapporto, “quanto alla presenza di attori statali, il Copasir richiede una maggiore consapevolezza sulle conseguenze” delle presenze di Russia e Cina, definite “portatori di rilevanti interessi strategici, spesso non coincidenti, se non addirittura alternativi e sfidanti, rispetto a quelli dell’Italia e dell’Unione europea”. Queste dinamiche, estese anche ad attori come Iran e Turchia, offrono opportunità di sviluppo ma comportano anche rischi in termini di sovranità e stabilità politica. Per questo, conclude il Copasir, visione integrata e consapevole di tali investimenti è fondamentale per permettere all’Africa di svilupparsi in maniera autonoma e sostenibile, evitando trappole di indebitamento e dipendenza geopolitica.


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