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Intitoliamo a Cossiga la sede dell’intelligence. La proposta di De Gennaro

L’ex direttore del Dis e Autorità delegata ha lanciato la proposta ritirando il Premio Cossiga per l’Intelligence. Ecco cos’hanno detto lui, Caligiuri, Mulè, Mollicone, Guerini e Letta

La sede della CIA è intitolata al presidente George H.W. Bush. “Chi potrebbe essere più meritevole di Francesco Cossiga” dell’intitolazione della sede dell’intelligence italiana? La proposta è di Gianni De Gennaro, già capo della Polizia, direttore generale del Dis e Autorità delegata, che oggi ha ritirato il Premio Francesco Cossiga per l’Intelligence, promosso dalla Società Italiana di Intelligence. La cerimonia si è svolta stamattina alla Camera dei deputati, moderata da Giorgio Rutelli, vicedirettore di Adnkronos. Il premio è stato conferito nelle precedenti edizioni a Carlo Mosca (2020), Paolo Savona (2021), Franco Gabrielli (2022) ed Elisabetta Belloni (2023).

I saluti di Caligiuri

I lavori sono stati aperti da Mario Caligiuri, professore all’Università della Calabria, presidente della Società Italiana di Intelligence e vicepresidente (assieme a Giuseppe Cossiga) della giuria del premio. Evocando il ciclo di affreschi Allegoria ed effetti del Buono e del Cattivo di affreschi di Ambrogio Lorenzetti, conservato nel Palazzo Pubblico di Siena, ha evidenziato che “quando c’è la sicurezza si può vivere e lavorare in libertà”.

Le parole di Mollicone e Mulè

La governance dell’intelligence in Italia necessita “di un’azione innovativa che abbia un’approvazione trasversale in Parlamento”, ha detto Federico Mollicone, presidente della commissione Cultura della Camera, citando le parole del sottosegretario Alfredo Mantovano, Autorità delegata. Mollicone ha letto anche un messaggio di Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera, il quale ha sottolineato lungimiranza e pragmaticità, caratteristiche che accomunano Cossiga e De Gennaro.

Il premio secondo Guerini

Il premio a De Gennaro significa “premiare e riconoscere una lunga carriera ed esperienza al servizio dello Stato e dei cittadini” in tutti gli incarichi da lui svolti, ha dichiarato Lorenzo Guerini, presidente del Copasir. Anche ieri, intervistato da Formiche.net, Guerini evidenziava come, nonostante l’importanza di aggiornare l’architettura dell’intelligence italiana, l’impianto della legge 124 del 2007 sia “molto positivo e avanzato” sia nei principi sia nel metodo. Oggi ha ribadito che, a suo parere, l’Autorità delegata dovrebbe essere obbligatoria, come prevede la sua proposta di legge. “L’intelligence non può essere il campo della contesa politica. L’intelligence è un campo di garanzia per la democrazia”, ha aggiunto sottolineando che “chi agisce, agisce meglio se sa che è controllato bene”.

Il ricordo di Letta…

Elogi all’intervento di Guerini sono arrivati da Gianni Letta, presidente della giuria del premio e tra le figure chiave nella scrittura della riforma del 2007. Letta, che ha lasciato proprio a De Gennaro l’incarico di Autorità delegata con il cambio di governo dal Berlusconi IV al Monti, ha raccontato che Cossiga, in tutti gli incarichi ricoperti nelle istituzioni italiane, “ha sempre continuato a coltivale la sua passione segreta”, l’intelligence, diventandone “un intenditore come pochi nel mondo”. Ha evidenziato anche la sua passione per la tecnologia, tanto che “oggi avrebbe certamente preceduto Elon Musk sulla strada dell’intelligenza artificiale”. Ma soprattutto, è stato fondamentale il suo impegno a “restituire dignità ai servizi come istruzione e alle persone che lavorano nei servizi”, ha aggiunto Letta sottolineando l’importanza di questo processo per ripristinare la fiducia tra Stato e cittadini. La riforma del 2007 “ha fatto sì che deviazioni che forse in passato c’erano non ci possano essere più”, ha detto ancora.

… e quello di De Gennaro

De Gennaro ha ricordato l’“assoluto rispetto delle istituzioni” che ha sempre contraddistinto Cossiga e di cui lui stesso, come ha ricordato, è stato “vittima e testimone”. Nel suo intervento, il prefetto, che è stato anche presidente di Leonardo, ha ricordato il lavoro svolto da direttore generale del Dis nell’implementazione della legge 124 del 2007 creando l’attuale architettura dell’intelligence italiana, che a suo giudizio rimane valido e dunque da preservare. E ha ricordato un incontro con Letta, di ritorno da un vertice con a Washington con il capo della Central Intelligence Agency, in cui aveva proposto la realizzazione di una sede dell’intelligence italiana, da guardare con orgoglio e rispetto, “trasparente nella sua esistente”. Così nasce il palazzo di Piazza Dante, “un piccolo miracolo di ingegneria”, “la nostra piccola Langley”.


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