Alla Camera è nata una nuova sottocommissione dedicata all’open source intelligence, a dimostrazione dell’importanza e del valore di questo tipo di raccolta informativa. Un passo avanti verso la professionalizzazione e la trasformazione dell’intera comunità
Nei giorni scorsi la commissione Intelligence della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti ha annunciato la creazione di una nuova sottocommissione dedicata all’open source intelligence, a dimostrazione dell’importanza e del valore sempre più forti e visibili della raccolta informativa su fonti aperte per l’intera comunità d’intelligence del Paese.
“In un panorama di minacce in continua evoluzione, la comunità d’intelligence si trova ad affrontare sia le opportunità che le sfide della raccolta di informazioni e del controspionaggio”, si legge in un comunicato stampa. “Ciò include sempre più l’importanza di sfruttare efficacemente l’open source intelligence (Osint). Per rispondere a questa sfida e garantire un’adeguata supervisione di questa evoluzione della comunità d’intelligence, abbiamo creato una nuova sottocommissione sull’Osint”.
A presiedere la nuova sottocommissione è stata indicata Ann Wagner, repubblicana dal Missouri. “I nostri avversari lavorano insieme oggi più che mai e per questo motivo rappresentano una minaccia ancora maggiore per gli Stati Uniti. L’intelligence a fonti aperte aiuta a comprendere meglio il campo di gioco mutevole in cui ci troviamo”, ha dichiarato.
La nuova sottocommissione ad hoc per l’Osint non risponde a un’agenzia dedicata, essendo questa specialità responsabilità del direttore della Central Intelligence Agency, il quale delega al direttore della Open Source Enterprise, struttura interna alla stessa agenzia. Ma rappresenta un passo importante sulla strada della professionalizzazione di questa specialità, della trasformazione della comunità intera e della riduzione dei costi a lungo termine, ha osservato Jason Barrett, responsabile Osint all’Ufficio del direttore dell’Intelligence nazionale, che a dicembre ha diffuso le nuove linee guida per standardizzare ulteriormente la disciplina dell’intelligence open source (Osint) e promuovere le partnership tra la comunità d’intelligence e il settore privato.
Una delle principali sfide dell’Osint è il rischio di “avvelenamento” da parte degli attori ostili. Un rischio che cresce con l’aumento di deepfake a cui stiamo assistendo. Già nel 2022 il think tank britannico Royal United Services Institute faceva riferimento a questo pericolo consigliando alcune contromisure: “Una forte comprensione degli ambienti informativi sia degli avversari sia degli alleati; la combinazione di esperti competenti in materia con tecnologie innovative in grado di rilevare e misurare i cambiamenti in particolari temi o obiettivi all’interno dello spazio informativo”. I processi di verifica, si legge ancora, “dovrebbero evolversi in base alle nuove tendenze: un metodo di verifica delle informazioni di un anno fa potrebbe non funzionare più tra due anni, il che suggerisce la necessità di una revisione e di un aggiornamento continui degli standard Osint professionali in tutta la comunità della sicurezza”.