Presentato a Palazzo Wedekind il Terzjus Report 2024. Il settore è in forte crescita, con oltre 131mila enti iscritti al Runts e un ruolo sempre più centrale nei servizi socio-sanitari e nell’economia sociale. A dieci anni dalle linee guida ci si avvicina alla piena attuazione della riforma. Atteso lo scioglimento del nodo dell’autorizzazione comunitaria ai nuovi regimi fiscali
La riforma del terzo settore, avviata con il decreto legislativo 117/2017, rappresenta uno dei più significativi cambiamenti nel panorama giuridico italiano per gli enti sociali. Dopo sette anni dall’adozione dei decreti attuativi della legge delega 106/2016 e dieci anni dalle linee guida, la regolazione degli Enti del terzo settore (Ets) si avvicina finalmente alla sua piena attuazione. Tuttavia, restano ancora due nodi fondamentali da sciogliere: l’autorizzazione comunitaria per i nuovi regimi fiscali e gli strumenti di finanza sociale, e il “decreto controlli” del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, necessario per disciplinare le verifiche sugli enti iscritti al Registro unico nazionale del terzo settore (Runts).
A DUE PASSI DALLA META
Da qui il titolo della presentazione, tenutasi oggi a Roma nella cornice di Sala Angiolillo di Palazzo Wedekind, del Terzjus Report 2024: “A due passi dalla meta. Verso il completamento della riforma”. “Abbiamo voluto dare un titolo proiettivo, relativo a un percorso che ci avvicina agli obiettivi fondamentali della riforma”, ha dichiarato Luigi Bobba, Presidente di Terzjus. La strada per il completamento della regolazione del terzo settore è ancora in corso, ma il 2024 si è rivelato un anno cruciale per la sua implementazione. L’auspicio è che l’autorizzazione comunitaria per il nuovo regime fiscale e il decreto sui controlli possano essere varati entro il prossimo anno, consentendo agli Ets di operare con maggiore stabilità e certezza normativa. Il commento di Maria Luisa Gnecchi, membro del Consiglio di amministrazione dell’Inps, evidenzia l’importanza della cooperazione tra attori: “Gli enti del Terzo Settore mettono insieme le persone per valori e interessi comuni. Servono collaborazione e sinergia per rendere il settore più forte e incisivo”.
UN PILASTRO DELLA SOCIETÀ ITALIANA
Il terzo settore ha dimostrato di essere un pilastro fondamentale della società italiana, capace di rispondere alle esigenze delle comunità e di innovarsi attraverso nuovi strumenti e modelli organizzativi. Come affermato da Antonio Fici, direttore scientifico di Terzjus “la democratizzazione, la moltiplicazione e il dialogo tra le fonti caratterizzano il nuovo diritto del Terzo Settore”. Se la riforma sarà completata nei tempi previsti, il Terzo Settore potrà consolidare il proprio ruolo di “quarta economia” del Paese, promuovendo sviluppo, inclusione e solidarietà. “La politica seria guarda ai contenuti e si assume la responsabilità di attuare le riforme. Il mondo del terzo settore ha pagato caro quello che è avvenuto dal 2017 in poi, perché le riforme possono essere bellissime, ma se non vengono attuate lasciano nel mare magnum dell’incertezza”, ha sancito Maria Teresa Bellucci, viceministro del lavoro e delle politiche sociali.
UN SETTORE IN CRESCITA E COSTANTE EVOLUZIONE
Secondo il Terzjus Report 2024, lo stato di salute del terzo settore appare complessivamente positivo. Il numero di enti iscritti al Runts ha superato i 131.000, con oltre 39mila nuove iscrizioni. Questo dato conferma non solo la vitalità del settore, ma anche l’interesse per una configurazione giuridica più trasparente e conforme ai benefici previsti dalla riforma. Il terzo settore gioca un ruolo cruciale nell’economia italiana, specialmente nei servizi socio-sanitari. Nel 2022, erano attivi circa 12mila enti operanti nella sanità e oltre 35mila nell’assistenza sociale, con un impiego complessivo di circa 450mila lavoratori. La riforma ha contribuito alla crescita di nuove forme organizzative, come gli enti filantropici e le società di mutuo soccorso, che si affiancano a organizzazioni di volontariato (Odv), associazioni di promozione sociale (Aps) e imprese sociali. Secondo Fici, “il pluralismo dei modelli ha permesso un aumento significativo del numero di Ets, in grado di soddisfare una gamma più ampia di interessi”.
LE SFIDE DELLA FISCALITÀ
Si attende a breve, l’autorizzazione da parte dell’Unione europea per i nuovi regimi fiscali. L’attesa ha bloccato di fatto la piena operatività delle agevolazioni previste dal Cts, causando, inoltre, una mancata assegnazione di circa 150 milioni di euro agli Ets tra il 2018 e il 2023. Gabriele Sepio, Segretario Generale di Terzjus, ha sottolineato la necessità di varare il nuovo sistema tributario, evidenziando che “gli Ets producono valore, ma non secondo le regole del mercato ordinario, e per questo necessitano di una dignità fiscale autonoma”. A questo si aggiunge il problema dell’accesso al 5 per mille: attualmente vi sono circa 58mila enti beneficiari, ma il 60% dei contribuenti non utilizza questa opzione in sede di dichiarazione dei redditi. Inoltre, come sottolineato dal presidente di Terzjus, “il tetto del fondo del 5 per mille è stato sfondato per 28 milioni”, per cui si propone la rimozione dello stesso.