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L’Australia nel mirino. Ecco le minacce fino al 2030 secondo l’intelligence

Il direttore dell’agenzia d’intelligence interna, Mike Burgess, ha presentato una valutazione delle minacce senza precedenti, rivelando gli scenari di rischio fino al 2030. Lo spionaggio è già a livelli estremi e si intensificherà. Nel mirino Aukus e infrastrutture critiche. La sicurezza nazionale è una responsabilità collettiva, ha dichiarato

Questa settimana, Mike Burgess, direttore dell’Australian Security Intelligence Organisation, l’agenzia d’intelligence australiana che si occupa di sicurezza interna, ha presentato la sua valutazione annuale delle minacce. È stata la sesta volta per lui, che guida l’agenzia dal 2019. Ed è stata senza precedenti: invece di concentrarsi solo sulle minacce passate e presenti, ha declassificato parti della valutazione per il futuro, mettendo in guardia l’Australia sullo scenario di sicurezza fino al 2030. Nei prossimi cinque anni, l’agenzia prevede “un numero senza precedenti di sfide e un livello cumulativo di potenziale danno altrettanto inedito”. Il panorama delle minacce diventerà più diversificato, con il rafforzamento dello spionaggio, dell’interferenza straniera e del sabotaggio. Anche la violenza politica e i conflitti tra le comunità resteranno una preoccupazione elevata.

Spionaggio e interferenza straniera

Lo spionaggio, ovvero il furto di informazioni, è già a livelli estremi e destinato a intensificarsi. Burgess ha avvertito che non solo i nemici, ma anche gli alleati dell’Australia potrebbero cercare di sottrarre informazioni strategiche, incluse quelle su alleanze militari come Aukus, ovvero Regno Unito e Stati Uniti. A preoccupare particolarmente è l’uso crescente di intermediari, spesso inconsapevoli, per condurre queste operazioni. L’interferenza straniera, invece, riguarda i tentativi di manipolare il processo decisionale australiano a vantaggio di potenze estere. Burgess ha rivelato che alcuni governi stranieri monitorano, intimidiscono e cercano di coercizzare le comunità della diaspora in Australia, fino a organizzare rimpatri forzati. Non è stato esplicito ma la descrizione rimanda a un Paese: la Cina. Inoltre, l’agenzia ha sventato complotti per colpire fisicamente (e in alcuni casi eliminare) attivisti, giornalisti e cittadini comuni critici verso determinati regimi. Entrambe queste minacce saranno amplificate dai progressi tecnologici, inclusi l’intelligenza artificiale, i deepfake e il crescente volume di dati personali disponibili online.

Sabotaggio e infrastrutture critiche sotto attacco

Il sabotaggio, ovvero la distruzione intenzionale di infrastrutture, è una minaccia crescente. La Russia ha già impiegato strategie simili in Europa per minare il sostegno all’Ucraina e seminare instabilità, con attacchi che spaziano dall’incendio doloso di strutture militari alla compromissione dei sistemi di navigazione aerea e ferroviaria. L’Australia non è immune da rischi simili, specialmente in relazione a infrastrutture connesse ad Aukus. Più che attacchi fisici, l’Asio teme un aumento del sabotaggio informatico. Attori stranieri stanno già esplorando e infiltrando reti critiche australiane, mappandole per future operazioni di sabotaggio. Anche in questo caso, la tendenza è quella di delegare queste attività a intermediari, inclusi gruppi terroristici sponsorizzati da Stati.

La risposta australiana

Le leggi australiane su spionaggio, sabotaggio e interferenza straniera sono considerate tra le più avanzate al mondo. Esse coprono sia azioni compiute fisicamente che attacchi online, e si applicano a qualsiasi nazione, alleata o nemica. Inoltre, la normativa già prevede misure per contrastare il coinvolgimento di proxy. Tuttavia, secondo gli analisti, permangono alcune criticità. L’attuale legislazione fatica ancora a integrare le sfide poste dall’uso dell’intelligenza artificiale per lo spionaggio o la disinformazione. Inoltre, sebbene la legge abbia una portata extraterritoriale, farla rispettare contro attori che operano dall’estero resta una sfida.

Radicalizzazione giovanile e disinformazione elettorale

L’Asio ha anche messo in guardia sulla radicalizzazione interna. Nel 2024, l’agenzia ha sventato cinque attentati terroristici, la maggior parte dei quali coinvolgeva minori. I giovani, spesso radicalizzati online, sono sempre più esposti a contenuti estremisti attraverso algoritmi basati sull’intelligenza artificiale. La fascia d’età più vulnerabile è scesa a 15 anni, con alcuni casi di ragazzi già coinvolti in atti di violenza o preparativi per attacchi. Infine, con le elezioni federali all’orizzonte, l’agenzia ha avvertito che governi stranieri potrebbero tentare di influenzare l’esito tramite pressioni sulle comunità della diaspora, manipolazione dei media in lingua straniera o disinformazione sui social media.

Sicurezza nazionale, una responsabilità collettiva

Burgess ha sottolineato un punto cruciale: la sicurezza nazionale non riguarda solo il governo o le agenzie di intelligence, ma l’intera società. “È una questione di sicurezza nazionale in senso lato: è affare di tutti”, ha dichiarato. Gli stessi funzionari Asio non sono “estranei alla società”, ma ne fanno parte, aveva detto nel 2020. La difesa del Paese richiede una risposta collettiva che coinvolga cittadini, aziende, ricercatori e istituzioni, ha ripetuto questa settimana. Il futuro della sicurezza australiana dipenderà dalla capacità di adattarsi a minacce sempre più sofisticate e pervasive. Il messaggio di Burgess è chiaro: la consapevolezza e la preparazione di oggi determineranno la resilienza del Paese nei prossimi anni.


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