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Le spie russe torneranno negli Usa? Ecco rischi e opportunità

Mosca vede il rafforzamento della sua presenza diplomatica come un’opportunità per ricostruire la propria rete di spionaggio in Occidente, avvertono i funzionari americani. È un nodo cruciale nei colloqui

La Russia vede il rafforzamento della sua presenza diplomatica negli Stati Uniti “come un’opportunità per ricostruire la sua rete di spionaggio in Occidente”. Il ripristino delle regolari operazioni delle rispettive ambasciate e consolati è uno dei punti che Washington e Mosca hanno discusso nella telefonata tra i leader Donald Trump e Vladimir Putin e durante i due successivi round di colloqui in Arabia Saudita e Turchia. Lo scrive la CNN citando funzionari statunitensi, in carica ed ex.

Come ricorda l’emittente americana, le capacità di spionaggio della Russia sono state significativamente erose nell’ultimo decennio. Dal 2016, più di 100 diplomatici russi sospettati di spionaggio sono stati espulsi dagli Stati Uniti e almeno 600 sono stati espulsi dai Paesi europei in risposta all’invasione dell’Ucraina nel 2022. Mosca è inoltre priva di un ambasciatore a Washington dallo scorso ottobre, quando Anatoly Antonov ha lasciato il suo posto. Ieri la Russia ha annunciato l’invio del successore, a cui Washington ha dato luce verde: Alexander Darchiyev, già ambasciatore in Canada e capo della delegazione volata in Turchia per i colloqui di questa settimana.

Per Mosca la questione è talmente importante, hanno dichiarato due funzionari statunitensi citati dalla CNN, che i russi si rifiutano di organizzare un altro incontro ad alto livello fino a quando non saranno compiuti progressi sostanziali nel ripristino della presenza della Russia negli Stati Uniti. “Si affidano ancora molto alla human intelligence e attribuiscono un valore elevato a queste presenze e alla possibilità per i funzionari di incontrare i contatti”, ha detto una fonte. I russi vogliono anche che i loro funzionari possano rimanere negli Stati Uniti più a lungo, ha detto un ex funzionario statunitense, il che darebbe loro la possibilità di operare e reclutare in modo più efficace.

In ballo ci sono anche le proprietà diplomatiche russe a San Francisco, New York e Washington DC, che gli Stati Uniti hanno sequestrato nel 2017 in risposta alle interferenze della Russia nelle elezioni del 2016. Trump ha anche chiuso il consolato russo a Seattle nel 2018 a causa della sua vicinanza a una base sottomarina americana, la Naval Base Kitsap.

Il ritorno delle spie russe sotto copertura diplomatica – in particolare funzionari di SVR, l’intelligence estera, e GRU, il servizio militare – richiederebbe agli Stati Uniti maggiori sforzi di controspionaggio. E la CNN evidenzia come le difficoltà che potrebbe correre l’FBI, già a corto di risorse (sotto le minacce del Dipartimento dell’efficenza governativa di Elon Musk) e ora più cauto nel perseguire casi di controspionaggio russo. “Siccome siamo stati il principale nemico della Russia per molti anni e poiché l’inglese è la lingua franca del mondo, i russi dispongono di un gran numero di agenti con un eccellente inglese da inviare qui,” ha detto John Sipher, ex funzionario del servizio clandestino della CIA, a SpyTalk. “E questo avvantaggia automaticamente i russi perché, oltre a tutto ciò, l’FBI sta riducendo il proprio personale di controspionaggio e non ha le stesse risorse per tracciare queste spie russe come invece hanno i russi per monitorare i nostri agenti là.”

Sempre a SpyTalk, Charles Sam Faddis, ex CIA, ha spiegato che il lavoro reale di monitoraggio delle spie straniere negli Stati Uniti è ben diverso da quello rappresentato nelle serie televisivi, dove uno o due agenti seguono il loro obiettivo a pochi metri di distanza. “Nel mondo reale, ci vogliono almeno tre squadre, ognuna composta da otto persone, che lavorano 24 ore su 24, con rotazioni continue e il cambio dei veicoli. E questo solo per monitorare un singolo individuo,” ha detto. “E se il funzionario russo è particolarmente abile, quel tipo di sorveglianza non gli impedirà necessariamente di operare”.

L’unico lato positivo dell’aumento delle spie russe a Washington, concludono gli ex funzionari dell’intelligence sentiti da SpyTalk, è che questo fornisce agli Stati Uniti più bersagli per il reclutamento. Dopo l’invasione russa dell’Ucraina nel 2022, l’FBI ha iniziato a trasmettere annunci pubblicitari all’ambasciata russa a Washington, invitando i suoi dipendenti a disertare. “I problemi complessi possono presentare opportunità complesse,” ha detto James Lawler, anche lui ex CIA. “Se hanno più funzionari di SVR e GRU nella loro rezidentura, aumentano le possibilità che alcuni di loro siano scontenti e vulnerabili al nostro reclutamento”.


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