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Cresce l’occupazione femminile al Sud, ma il divario resta ampio. L’intervento di De Luca

Di Rosario De Luca

L’occupazione femminile cresce, ma i livelli di partecipazione al lavoro sono ancora inferiori rispetto a quelli maschili, soprattutto nel Mezzogiorno. Ecco tutti i dati del dossier realizzato dalla Fondazione studi consulenti del lavoro su dati Istat nell’intervento di Rosario De Luca, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del Lavoro

L’occupazione femminile in Italia sta crescendo a un ritmo più sostenuto rispetto a quella maschile. Nei primi nove mesi del 2024, il numero delle lavoratrici è aumentato del 2,3%, mentre per gli uomini l’incremento è stato dell’1,4%.

Complessivamente, su 413 mila nuovi occupati, 227 mila sono donne, pari al 55% del saldo occupazionale. Anche nel quinquennio 2019-2024 si registra una crescita più marcata per le donne, con un +3,9% contro il +3,2% degli uomini.

Il miglioramento ha interessato in particolare la fascia 55-64 anni, che ha visto un incremento di 354 mila occupate (+18,9%) e un aumento del tasso di occupazione dal 43,9% al 49,1%. Anche tra le giovani si rilevano segnali positivi: nella fascia 25-34 anni l’occupazione è cresciuta del 6%, con oltre 100 mila nuove lavoratrici, mentre tra le under 25 l’aumento è stato dell’1,6%. Tra le prime, il tasso di occupazione è passato dal 54,3% al 60,8%. A questo sviluppo quantitativo si affianca un miglioramento nella qualità dell’occupazione.

Crescono le donne in professioni qualificate (+7,7% tra 2019 e 2024), in particolare tra quadri, dirigenti e imprenditrici (+31%), oltre che nelle professioni intellettuali (+6,5%) e tecniche (+6,8%). Su 385 mila nuove occupate, 284 mila rientrano nelle professioni ad alta qualificazione. Questo cambiamento riflette una maggiore presenza femminile nei ruoli di responsabilità e un progressivo superamento delle barriere che storicamente hanno ostacolato l’accesso delle donne a posizioni di vertice.

Un altro dato positivo si riscontra dal punto di vista territoriale: è il Mezzogiorno ad aver registrato la crescita più significativa dell’occupazione femminile. Tra il 2019 e il 2024 l’aumento è stato del 6,4%, più del doppio rispetto al Centro (+3,1%) e al Nord (+3,2%). Nell’ultimo anno, il Sud ha visto 90 mila nuove occupate, portando il saldo dal 2019 a 146 mila. Questa crescita ha contribuito ad aumentare di 3,7 punti percentuali il tasso di occupazione femminile nelle regioni meridionali, passato dal 33,2% del 2019 al 36,9% del 2024.

Tuttavia, il divario con il resto del Paese rimane marcato: al Centro il tasso è salito al 60,8%, mentre al Nord ha raggiunto il 62,8%.

Questi dati, evidenziati nel dossier realizzato dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro su dati Istat, mostrano un cambiamento positivo, ma anche quanto resti da fare. L’occupazione femminile cresce, ma i livelli di partecipazione al lavoro sono ancora inferiori rispetto a quelli maschili, soprattutto nel Mezzogiorno.

Inoltre, permangono criticità come il part-time involontario, il divario salariale e le difficoltà di conciliazione tra vita privata e carriera. Affinché questa crescita diventi strutturale, è necessario investire in politiche di sostegno al lavoro femminile, favorire l’accesso alle professioni più qualificate e ridurre le disparità territoriali. Il futuro del mercato del lavoro italiano dipenderà dalla capacità di valorizzare il talento e il contributo delle donne, garantendo pari opportunità e condizioni favorevoli per una piena partecipazione al mondo del lavoro.


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