Con l’amministrazione Trump, il capo del servizio esterno ha evidenziato segnali di continuità e rafforzamento nella collaborazione con gli Stati Uniti e i partner europei. Dal 2022 rispunta la sottolineatura del Copasir sull’ipotesi sull’allargamento dei Five Eyes
Parlando della condivisione di intelligence con gli Stati Uniti di Donald Trump, Giovanni Caravelli, direttore dell’Agenzia informazioni e sicurezza esterna, ha spiegato che non sono stati riscontrati “vuoti”. Il direttore del servizio d’intelligence per l’estero, intervenuto martedì scorso alla presentazione della Relazione annuale 2024 sulla politica dell’informazione per la sicurezza, si è soffermato sulle conseguenze del cambio di amministrazione anche alla luce della sospensione della condivisione di informazioni con l’Ucraina da parte di Washington.
La revisione in corso
Con il cambio di amministrazione “c’è un certo processo di revisione; adesso questo processo appare più marcato ma in realtà è sempre avvenuto all’avvicendamento dei vari direttori”, ha dichiarato Caravelli. “Non stiamo individuando linee di allontanamento o isolamento” da parte della nuova amministrazione Trump, ha ribadito. E ancora: “C’è un chiaro indicatore di continuità e di volontà di rafforzare le collaborazioni in atto. Stiamo lavorando con i colleghi americani ed europei a individuare un futuro più efficace per contrastare le attuali sfide globali”.
La collaborazione tra intelligence occidentali
Caravelli ha anche spiegato che la collaborazione tra i servizi di intelligence europei e occidentali si è rafforzata in seguito all’invasione russa dell’Ucraina iniziata il 24 febbraio 2022, con la creazione di nuove forme di coordinamento operativo tra le principali agenzie di sicurezza. “I rapporti con le intelligence europee sono ottimi, direi eccellenti”, ha affermato Caravelli, sottolineando che “la collaborazione tra i servizi di intelligence è un aspetto fondamentale della nostra attività, perché laddove ci si trovasse in contrapposizione il lavoro diventerebbe ancora più complicato”. Pur riconoscendo che la competizione tra le agenzie esiste e che l’intelligence è parte di questa dinamica, il direttore dell’Aise ha evidenziato che “tra nazioni alleate e amiche, l’attività di intelligence deve fondarsi su collaborazione, condivisione e riservatezza”. Negli ultimi giorni è arrivata da Berlino l’idea di una rete europea di condivisione di intelligence, Euro Eyes.
L’incontro ad aprile 2022
A tal proposito, Caravelli ha ricordato, a questo proposito, un incontro svoltosi a Roma nell’aprile del 2022, poche settimane dopo l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, con i vertici di Cia (Stati Uniti), Sis (Regno Unito), Dgse (Francia) e Bnd (Germania), oltre ovviamente all’Aise. “Questo incontro dimostrò come, nei momenti di crisi, l’intelligence sia in grado di individuare nuove forme di collaborazione e risposta, al fianco dell’azione politica dei governi”.
Il rafforzamento intelligence europea
Caravelli ha anche evidenziato che il rafforzamento della difesa europea e la possibilità di sviluppare un’intelligence comune sono temi ormai centrali nel dibattito politico e strategico dell’Unione europea, sebbene le competenze in materia restino al momento esclusivamente nazionali. Nonostante questi limiti, esistono già iniziative concrete volte a rafforzare la cooperazione tra le intelligence europee. Tra queste, Caravelli ha citato la creazione di una scuola europea di intelligence istituita per formare gli operatori del settore e favorire una maggiore integrazione tra i servizi dei vari Paesi dell’Unione.
L’ipotesi Five Eyes plus
Nella relazione sull’attività svolta nel 2021, il Copasir sottolineava l’importanza di monitorare “attentamente” l’ipotesi di allargamento di Five Eyes “per consentire all’Italia di svolgere un ruolo da protagonista”. Come dimostrano i timori americani sulla condivisione di intelligence tra Russia, Cina, Iran e Corea del Nord, le barriere linguistiche potrebbe essere abbattute grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Tuttavia, ci sono altri due elementi da tenere in considerazione: le capacità di raccolta; il rapporto di fiducia su cui si basa la condivisione di intelligence.