Il Regno Unito sta ostacolando i negoziati con gli Stati Uniti, accusa l’intelligence russa dopo l’espulsione di due funzionari dell’ambasciata britannica. Tensioni che risalgono al caso Skripal
Con gli Stati Uniti di Donald Trump impegnati a fare pressioni sul presidente ucraino Volodymyr Zelensky affinché si raggiunga la “pace”, il Regno Unito è diventato il nemico numero uno per la Russia di Vladimir Putin.
Ieri, il servizio d’intelligence esterno della Russia (Svr) ha accusato il Regno Unito di star ostacolando gli Stati Uniti nella ricerca di una soluzione al conflitto in quanto “vede i progressi nel dialogo tra Stati Uniti e Russia per risolvere il conflitto in Ucraina come una minaccia per i suoi interessi”. Si tratta del comunicato stampa diffuso dopo l’annuncio dell’espulsione da Mosca di due funzionari dell’ambasciata britannica a Mosca sospettati di attività di spionaggio. Accuse “infondate”, ha ribattuto il ministero degli Esteri britannico.
È l’ennesimo capitolo dello scontro fatto di espulsioni e ritorsioni incrociate fra Mosca e Londra alla luce dell’invasione russa dell’Ucraina. Nel settembre dello scorso anno sei impiegati dell’ufficio politico dell’ambasciata britannica erano stati espulsi, sempre con l’accusa di spionaggio. Alla fine di novembre la stessa decisione era stata presa nei confronti del secondo segretario della sede diplomatica. In risposta, Londra aveva revocato l’accredito di un diplomatico russo espellendolo. Prima, a maggio, c’era stata l’espulsione reciproca dei due attaché militari. Inoltre, la settimana scorsa un tribunale inglese ha condannato per spionaggio in favore di Mosca i componenti di una presunta cellula formata da cittadini bulgari mentre un tribunale russo ha condannato a 19 anni di reclusione James Anderson, cittadino britannico di 22 anni catturato lo scorso novembre nella regione di Kursk, dove, secondo l’accusa, era entrato combattendo come mercenario con le truppe ucraine. Una sentenza criticata “fermamente” da Londra, che ha parlato di “false accuse”.
Questo clima è anche il frutto dell’iniziativa presa dal primo ministro britannico Sir Keir Starmer nella difesa europea. A tal proposito, Londra ha annunciato ieri una nuova riunione per sabato, questa volta in video, fra i leader della cosiddetta “coalizione dei volenterosi”, ossia di quei Paesi disposti a contribuire in varia forma a garantire la pace in Ucraina dopo un eventuale accordo di cessazione delle ostilità con la Russia. La videocall seguirà le riunioni in presenza fra vertici militari e ministri della Difesa promosse in parallelo a Parigi dal presidente Emmanuel Macron a partire da oggi. Ma la postura britannica nei confronti della Russia è bipartisan. Basti pensare all’impegno dei precedenti governi conservatori al fianco di Kyiv. Non bisogna dimenticare che i rapporti bilaterali sono precipitati sette anni fa, con il tentato avvelenamento di alcuni funzionari dell’intelligence militare russa, con l’agente nervino Novichok, di Sergej Skripal, ex funzionario dei servizi segreti di Mosca, e della figlia Yulia Skripal. Da allora i rapporti Londra e Mosca hanno iniziato a diventare sempre più tesi, riflettendo un sentimento britannico diffuso – a livello popolare ma anche tra i vertici della sicurezza – che veniva schiacciato dagli ingenti flussi di rubli che raggiungevano la capitale britannica.