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Tra fede e AI. Ecco l’eredità “tecnologica” di Bergoglio

Di Biagino Costanzo

Per la prima volta nella storia, un Papa ha partecipato al G7 per parlare di Intelligenza Artificiale. Un evento storico e carico di significati etici e spirituali. Il commento di Biagino Costanzo

È stato un fatto obiettivamente storico la partecipazione, per la prima volta nella storia, di un Pontefice ad un G7, a guida italiana e su invito del Presidente Giorgia Meloni, a giugno dello scorso anno in Puglia per parlare di Intelligenza Artificiale.

Papa Francesco è stato sempre molto attento e curioso verso le nuove tecnologie a iniziare dai social. Comunicava certo con X e con altri canali social, per lui il contatto con la gente e con qualsiasi strumento, era essenziale, vitale, ma al contempo ha sempre, ammonito sui pericoli che potevano celarsi nell’assuefazione a questa nuova tipologia di comunicazione.

Come è noto dall’intelligenza artificiale nascono molte applicazioni, il più famoso e conosciuto è ChatGPT, che in Italia ma non solo è oggetto di riflessione su come regolarizzarlo per i rischi che vengono riscontrati nella sua fase di attuazione riguardante innanzitutto la privacy e la riservatezza dei dati personali. Il nuovo chatbot ha conquistato internet e ha dimostrato quanto possa essere coinvolgente l’IA anche quando si inventa fatti.

Il Papa ha sempre affermato che “l’intelligenza artificiale è e deve rimanere uno strumento nelle mani dell’uomo”. E “siamo sicuri di voler continuare a chiamare ‘intelligenza’ ciò che intelligenza non è?”

Inoltre, allargava lo sguardo in uno spazio più ampio di rischi : “gli sviluppi tecnologici che non portano a un miglioramento della qualità di vita di tutta l’umanità, ma al contrario aggravano le disuguaglianze e i conflitti, non potranno mai essere considerati vero progresso”. Inoltre “che il rapido sviluppo di forme di intelligenza artificiale non accresca le troppe disuguaglianze e ingiustizie già presenti nel mondo, ma contribuisca a porre fine a guerre e conflitti, e ad alleviare molte forme di sofferenza che affliggono la famiglia umana”

Ma Bergoglio rifletteva ancor piu in profondità quando evidenziava che “va da sé quanto questo possa creare “seri problemi” se l’intelligenza artificiale viene impiegata in “campagne di disinformazione che diffondono notizie false” e portano a “una crescente sfiducia nei confronti dei mezzi di comunicazione”.

Le forme di Intelligenza Artificiale sembrano in grado di influenzare le decisioni degli individui attraverso opzioni predeterminate associate a stimoli e dissuasioni, oppure mediante sistemi di regolazione delle scelte personali basati sull’organizzazione delle informazioni”. Sono “forme di manipolazione o di controllo sociale” che “richiedono un’attenzione e una supervisione accurate, e implicano una chiara responsabilità legale da parte dei produttori, di chi le impiega e delle autorità governative”.

Il progresso tecnologico è importante e va comunque avanti, come uso dire, non si può fermare il mare con le mani, infatti siamo coscienti che l’IA sarà utilissima in molti campi, ad esempio, consente, nelle Aziende, lo sviluppo di una nuova generazione di prodotti e servizi, anche in settori quali la sanità, la moda, lo Spazio, l’economia circolare, il cambiamento climatico, l’agricoltura, il turismo; infatti, può aumentare sia la produzione che la qualità, facilitare percorsi di vendita più fluidi e ottimizzati, risparmiare energia, migliorare la manutenzione dei macchinari, migliorare il servizio. Inoltre, sarà, non solo utile ma necessaria in medicina, ricerca scientifica, dai trasporti, all’individuazione strumentale contro la siccità o la deforestazione, dalla protezione degli oceani, alla sicurezza delle infrastrutture critiche. È di pochi mesi fa la notizia pubblicata sulla rivista Nature Cancer che “Sphinks”, così si chiama l’algoritmo grazie al quale l’intelligenza artificiale, sta imparando a dare la caccia ai tumori maligni, a partire da quelli del cervello, li riconosce e, per ognuno di essi riesce a individuare le armi più efficaci per combatterlo: è uno dei passi più importanti e recenti verso la medicina di precisione.

Però vi è molta disattenzione, superficialità, se non supponenza, in giro, su queste tematiche. In molti sono convinti che tutta la tecnologia può essere gestita e domata e quindi alimenta questa intensa fase commerciale e spinta ad un consumo passivo, acritico, fornendo al pubblico sempre nuove opportunità e strane esperienze. È naturale che all’occhio del consumatore tutto questo può significare solo progresso, un miglioramento rispetto al passato, ma questa visione semplicistica inerente allo sviluppo dell’ambiente intelligente non coglie i rischi sia sociali che ambientali né il cambiamento antropologico delle generazioni future rispetto a quelle precedenti. Ed era proprio questo che affliggeva e preoccupava il Papa.

E non conviene nemmeno ai produttori, gonfiare molto la bolla con il rischio che, prima o poi, esploda, inquinando anche il mercato. Quindi ancora una volta il fattore umano resta sostanziale, come giustamente insisteva il Sommo Pontefice, in tutte le cose della nostra esistenza e ancor di più oggi se parliamo di scienza, progresso, tecnologia e in essa appunto l’intelligenza artificiale. È sempre l’essere umano, si spera, con lucida razionalità competenza ed esperienza a dover sapere affrontare organizzare e armonizzare questi cambiamenti epocali e non penso solo a quelli tecnologici e scientifici, per garantire una società sicura, evoluta e sempre attenta all’interiorità e soggettività di ogni singolo, così da evitare il caos.

E ancora, Papa Bergoglio insisteva; “nel sistema tecnocratico, che privilegia un efficientismo esasperato, si potrebbe finire per bypassare il “senso del limite”. Che, in altre parole, significa che nell’ossessione di “voler controllare tutto”, l’essere umano rischia di “perdere il controllo su sé stesso” e di “cadere nella spirale di una dittatura tecnologica”

Attraverso il progresso della scienza e della tecnologia, che “nella misura in cui contribuisce a un migliore ordine della società umana”, porta “al miglioramento dell’uomo e alla trasformazione del mondo”, di contro, questo stesso mondo divenuto scenario di una terza guerra mondiale a pezzi “non ha proprio bisogno che le nuove tecnologie contribuiscano al disordine, al caos”.

Così facendo – scrive Francesco – non solo l’intelligenza, ma il cuore stesso dell’uomo, correrà il rischio di diventare sempre più ‘artificiale’”.

 

 


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