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Re Giorgio: il trionfo del saggio ex Pci sul Grande Nemico dei comunisti!

Ancora una volta, uno dei vincitori, anzi il riconosciuto e apprezzato regista delle confuse giornate di questo turbolento autunno politico è stato il Presidente della Repubblica. La larga maggioranza, data dalle Camere a Letta, rafforza gli obiettivi, che il Colle aveva dato al premier: niente elezioni prima del 2015. E lascia sul tappeto la strategia di attacco alle istituzioni di Berlusconi. E l’ex dirigente Pci, nonno Giorgio, trionfa, alleandosi con un astuto ex allievo del dc Andreatta, in singolare coincidenza con il declino del Cavaliere, sceso in campo, 20 anni fa, proprio per cacciare gli odiati comunisti.

Come i lettori meno giovani, tra cui lo scrivente, ricordano, nella Prima Repubblica, Giorgio Napolitano fu un parlamentare di lungo corso, eurodeputato, Presidente della Camera e ministro. Ma non ascese mai a ruoli di assoluto protagonista, di “étoile” di prima grandezza, in quello che il sen.Berlusconi definisce, con disprezzo, pur frequentandolo ormai da 20 anni, il “teatrino romano”.
Insomma, ci troviamo ad analizzare la sorprendente e tardiva, per così dire, rivelazione dei pregi e delle doti di eccellente statista, quasi un Mitterrand italiano, dell’ex dirigente del Pci. È dovuta solo alla frequentazione, da parte di Napolitano, di discussi, ma di primo piano, esponenti comunisti, come Togliatti, Berlinguer HGH, Pajetta, formatisi nelle severe scuole di partito e nella aspra lotta di Resistenza al fascismo?

Il Presidente si eleva oggi di una buona spanna su leader e aspiranti leader, solo a causa delle non elevate qualità, politiche e morali, e della modesta accortezza tattica di costoro?
Ci viene in mente una affilata risposta dell’andreottiano Evangelisti a chi gli chiedeva le ragioni della longevità politica di Giulio e della DC : “Nun ce cacciano perchè sò stronzi !”.
In passato, Napolitano non emerse, in quanto subì, spesso in silenzio e di rado assumendo posizioni coraggiose e incisive, la forte personalità. E preferì non competere con molti suoi autorevoli compagni e avversari, nella vituperata, forse troppo severamente, prima Repubblica.
A questo proposito, ricordiamo lo sferzante giudizio sull’allora collega in Parlamento del deputato, concittadino di Giorgio e segretario di Togliatti, Massimo Caprara : “Napolitano ? I suoi ruggiti somigliano a dei belati!”.

E, ricordando Caprara, si potrebbe osservare : più che il leone, la volpe… Napolitana ha cominciato a svegliarsi nella terza età. E, oggi, nella foresta politica, non si vede un cacciatore in grado di impallinarlo e di contendere lo scettro del comando al signore partenopeo, che sta rivelando, a 88 anni, un notevole e sorprendente acume politico.
Pietro Mancini



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