Mentre i diplomatici del regime partecipano ai negoziati, i suoi scienziati nucleari accelerano verso la creazione dell’arma nucleare. L’Occidente agisca, in fretta. L’opinione di Ghazal Afshar (Associazione dei giovani iraniani)
Mentre in questi giorni, diplomatici del regime iraniano partecipano ai negoziati, i suoi scienziati nucleari procedono a pieno ritmo per migliorare la loro capacità di creare armi nucleari. L’inganno è stato rivelato per l’ennesima volta dal Consiglio nazionale della Resistenza iraniana (Cnri), la principale opposizione alla dittatura religiosa in Iran, che ha fornito i contributi più significativi alla divulgazione del progetto nucleare clandestino del regime. Il Cnri è stato il primo a rivelare il programma nucleare segreto dei mullah nel 2002, e oltre 100 ulteriori rivelazioni, tra cui una avvenuta giovedì 8 maggio presso gli uffici dell’organizzazione a Washington.
Vale la pena sottolineare che tutte queste rivelazioni si sono basate su fonti umane sul campo, legate all’ampia rete all’interno del Paese dei Mojahedin del Popolo Iraniano (Mek) principale gruppo in seno al Cnri. Una rete di sostenitori e membri non identificati della resistenza che opera in diverse organizzazioni governative, lavorando 24 ore su 24 per raccogliere informazioni, chiarire incertezze e confermare dettagli, il tutto accettando rischi significativi. Il Mek ha pagato un prezzo elevato per smascherare la fabbrica di bombe segreta del regime.
Fin dall’inizio, il Cnri ha esortato l’Occidente e l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) che l’unico modo per fermare il programma nucleare del regime è imporre tutte le sanzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, note come snapback, e porre fine alla pericolosa politica di accondiscendenza nei confronti dei mullah. Tuttavia, in assenza di una politica decisa, i mullah hanno portato i loro programmi di arricchimento e missilistici a un livello che, secondo il rapporto dell’Aiea, li pone a poche settimane o mesi dall’acquisizione dell’arma.
Secondo quanto riportato dal sito web del Cnri, la rivelazione dell’8 maggio si è concentrata sul lavoro di un’organizzazione nota come Organizzazione per l’innovazione e la ricerca difensiva (Spnd), che, in base a diverse precedenti rivelazioni del Cnri, lavora da anni alla progettazione e costruzione di armi nucleari con carichi utili avanzati. Durante la conferenza è stata svelato il “Sito arcobaleno” nella provincia di Semnan, dove sono stati rivelati componenti chiave per la trasformazione del combustibile nucleare in un’arma.
Secondo quanto riportato dalla Fox News, si suppone che questo sito, sotto mentite spoglie di un’azienda chimica, rientri nel lavoro della Spnd per la trasformazione di missili balistici in armi da utilizzare sotto la copertura di un programma di lancio satellitare.
La sua posizione in un’area così segreta, le sue dimensioni, le strutture appositamente costruite, la sicurezza intensiva, la sorveglianza e il forte coinvolgimento di Mohsen Fakhrizadeh Mahabadi, che era a capo dell’organizzazione (è stato assassinato a fine 2020), nella sua progettazione e costruzione indicano tutti un programma di armi nucleari ben orchestrato. Il sito è anche strategicamente sensibile dal punto di vista militare in Iran, con un radar a lungo raggio e un sistema di difesa missilistica nelle immediate vicinanze, secondo le rivelazioni di giovedì.
Le rivelazioni di giovedì ci ricordano che i mullah di Teheran sono maestri dell’inganno e che la diplomazia è la loro cortina fumogena dietro cui far scomparire il loro progetto atomico.
I minuti successivi alla conferenza stampa hanno contribuito a far capire come queste rivelazioni abbiano avuto un impatto significativo sulle attività segrete del regime. Alle 2:30 del mattino, in un frenetico tentativo di negare il contenuto dei documenti, Abbas Araghchi, ministro degli Esteri del regime, ha pubblicato una nota, preoccupato di confutare le affermazioni sui dati, piene delle solite vecchie menzogne contro il principale avversario del popolo iraniano, il Mek. La sua affermazione, tuttavia, non ha negato le attività nucleari presso il “Sito arcobaleno”.
Questa reazione affrettata, a un’ora così insolita, la dice lunga sulla veridicità delle affermazioni e sul disperato tentativo del regime di eludere il controllo internazionale.
La nuova rivelazione dimostra ancora una volta che il regime iraniano sta lavorando in segreto e ingannevolmente sotto la copertura di un programma nucleare pacifico, per attuare un programma nucleare militare.
La presidente eletta del Cnri, Maryam Rajavi, ha dichiarato ai parlamentari irlandesi in una conferenza virtuale il 29 aprile: “Negli ultimi 30 anni, i governi occidentali hanno tentato molte politiche di pacificazione nei confronti di questo regime, ma tutte hanno fallito. Ora è il momento di un cambiamento radicale nella politica europea nei confronti dell’Iran. La parte più importante di questo cambiamento è stare al fianco del popolo iraniano”. Ha esortato l’Europa e il mondo ad adottare le seguenti misure: aggiungere il Corpo delle guardie rivoluzionarie (IRGC) alla lista delle organizzazioni terroristiche; attivare immediatamente il meccanismo di snapback previsto dalla risoluzione 2231 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ripristinare le precedenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sui progetti nucleari del regime e smantellare tutti i siti nucleari del regime, inclusi Natanz, Fordow e Arak; riconoscere la lotta del popolo iraniano per rovesciare il regime e sostenere la resistenza dei coraggiosi giovani iraniani che combattono contro l’IRGC.