Londra cede la sovranità delle isole Chagos a Mauritius ma mantiene il controllo di Diego Garcia, cruciale per la base militare condivisa con gli Stati Uniti. È, infatti, fondamentale per le operazioni militari e il controllo delle rotte marittime cruciali, garantendo sicurezza e segretezza per le attività di intelligence
La settimana di Sir Keir Starmer, primo ministro britannico, si è aperta con il “reset” concordato in occasione del primo summit tra Regno Unito e Unione europea dopo la Brexit. E si è chiusa con l’accordo che cede la sovranità delle isole Chagos a Mauritius. Londra aveva separato le isole Chagos da Mauritius nel 1965, poco prima che quest’ultima ottenesse l’indipendenza. Ora, secondo quanto dichiarato dal primo ministro britannico, l’accordo – approvato anche dagli Stati Uniti – include un contratto oneroso d’affitto per 99 anni rinnovabili del valore di 101 milioni di sterline all’anno con Londra che mantiene il controllo della singola isola di Diego Garcia, dove è presente una base militare condivisa con gli Stati Uniti e cruciale dal punto di vista strategico.
Le tensioni politiche
Non sono mancate le critiche da destra. Il primo ministro ha insistito sul fatto che “nessun governo responsabile” avrebbe seguito una decisione diversa, data la necessità di proteggere la base militare di Diego Garcia, e che chiunque non l’abbia appoggiata “non è adatto a fare il primo ministro”. Ha anche accusato i critici di essere dalla parte dei nemici del Regno Unito: “A favore ci sono tutti i nostri alleati, gli Stati Uniti, la Nato, i Five Eyes, l’India. Contro, Russia, Cina, Iran e, sorprendentemente, il leader dell’opposizione e Nigel Farage sono in quella colonna, accanto a Russia, Cina e Iran, piuttosto che nella colonna che comprende il Regno Unito e i suoi alleati”. Questa affermazione non è piaciuta al Partito conservatore, che è contrario all’accordo. Il segretario ombra alla Difesa, James Cartlidge, ha definito questi commenti “al di sotto del disprezzo” e ha sostenuto che sono i conservatori i veri patrioti.
Perché Diego Garcia conta
L’atollo di Diego Garcia riveste un’importanza strategica soprattutto per la sua posizione geografica al centro dell’Oceano Indiano, che consente un rapido proiettamento di forze verso Medio Oriente, Africa orientale e Asia meridionale. La presenza della grande base aerea e navale lo rende ideale per operazioni di sorveglianza, rifornimento e logistica militare in aree di crisi. Inoltre, il controllo di rotte marittime cruciali – come il passaggio tra Oceano Indiano e Mar Rosso tramite il Canale di Suez – garantisce un’influenza significativa sugli scambi commerciali e sulle comunicazioni globali. Il sua relativo isolamento garantisce infine un elevato livello di sicurezza e segretezza per le attività militari e di intelligence.
(Foto: U.S. Navy)