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L’endorsement di Mario Sechi per Matteo Renzi

È così convulso lo scenario politico italiano che persino uno come Mario Sechi, direttore de “Il Tempo” e acerrimo liberista, ha cambiato posizione ed è diventato ammiratore del sindaco di Firenze, Matteo Renzi? Assolutamente no. Ma l’analisi del giornalista nell’editoriale del 4 settembre “Perché Matteo è un problema per tutti i leader” ha accesso il dibattito sulle chance del giovane rottamatore.
Sechi ha provato a spiegare perché Renzi riesce a raccogliere lo scontento di tutti. Da Beppe Grillo fino a Pier Ferdinando Casini, passando per i “compagni” Pier Luigi Bersani e Rosy Bindi.
 
“Ecco perché un anti-sistema come Grillo ha paura di Renzi: fa in maniera più credibile quel che vorrebbe fare lui, la rivoluzione dal basso”, scrive il direttore de Il Tempo. Su Berlusconi invece Sechi sostiene che Renzi gli sta simpatico, ricorda che si sono anche visti ad Arcore, e punta sul possibile vantaggio che potrebbe dare una frattura a sinistra. Ma in realtà, sostiene Sechi, la corsa di Renzi alle primarie del Pd metterà i riflettori su come i leader del futuro nascono quando dentro i partiti funzionano meccanismi di competizione e non di cooptazione. Il contrario di quanto accade nel partito di Berlusconi.
 
Secondo il direttore de Il Tempo Renzi è il nemico interno del Pd da abbattere. Lo confermano gli attacchi di Rosy Bindi, Massimo D´Alema e Nichi Vendola. Bersani, invece, “sa di avere il caterpillar targato Firenze alle calcagna. Il risultato delle primarie non è in discussione, ma il segretario non è tranquillo”, ha scritto. Sechi sostiene che se Renzi incassa una buona percentuale, sarà iscritto di diritto alla successione al vertice del partito.
 
Con Casini la storia è diversa: “ha stretto un patto di ferro con il segretario del Pd, ma l´accordo spartitorio riesce solo se Bersani vince bene le primarie. Renzi inoltre è una calamita per gli elettori moderati che non vogliono legarsi alla sacrestia casiniana”, scrive Sechi.
 
Il suo editoriale continua attorno alla figura del politico che ha scommesso per un cambiamento nella leadership italiana. Sechi puntualizza che “il Pd è la metafora di una battaglia all’ultimo sangue tra il giorno e la notte della politica, l’antico e il moderno”, dove Bersani è il vecchio e Renzi è il nuovo, una minaccia per tutti. A vincere chi sarà capace di rompere gli schemi per il meglio.
 
 


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