La Fondazione Einaudi ha dedicato l’edizione del Premio di quest’anno ad Alberto Trentini lanciando un appello alla presidente Meloni: “Riportiamolo a casa”
La Fondazione Luigi Einaudi ha conferito il Premio Einaudi 2025 a Edmundo Gonzalez Urrutia, presidente legittimo del Venezuela costretto all’esilio dalla giunta Maduro. Un riconoscimento, si legge nelle motivazioni, che arriva per il suo impegno a favore della democrazia e della libertà nel continente latino-americano. “Questo premio”, ha detto Urrutia durante la cerimonia, “incarna i valori più profondi dell’Occidente, fondati sul principio della libertà individuale, ed è il riconoscimento della lotta instancabile del popolo venezuelano, che ama la libertà e che, di fronte all’uso sistematico della violenza da parte del regime di Maduro, persiste nel costruire una forza civica basata sulla ragione. Ho l’onore di riceverlo, ma lo dedico al nostro popolo e ai nostri prigionieri politici”.
Urrutia, diplomatico di lungo corso e leader dell’opposizione venezuelana con María Corina Machado, in occasione delle elezioni presidenziali del luglio 2024 aveva denunciato la mancata pubblicazione dei risultati ufficiali e contestato la vittoria di Nicolás Maduro. Nel settembre 2024 è stato costretto a lasciare il suo Paese a seguito dell’emissione di un mandato d’arresto nei suoi confronti. Oggi è rifugiato in Spagna.
“In Venezuela”, ha sottolineato Urrutia, “dal 2014 sono stati effettuati 18mila arresti arbitrari per motivi politici”. Tra questi figura anche suo genero, in prigione a Caracas. “In questo momento nel nostro Paese si contano ben 927 prigionieri politici, 82 dei quali stranieri di cui 62 in possesso di cittadinanza di Paesi dell’Unione europea. È il caso di Alberto Trentini, uno dei sette italiani costretti al carcere in Venezuela, privato della libertà senza motivo”. Oggi, ha concluso, “tutti concordano sul fatto che Maduro stia praticando terrorismo di Stato”.
Proprio ad Alberto Trentini è dedicata l’edizione 2025 del Premio Einaudi. “Quest’anno”, ha detto il presidente della Fondazione Luigi Einaudi, Giuseppe Benedetto, “è a lui che vogliamo dedicare il Premio, un nostro giovane connazionale recluso da più di sette mesi in un penitenziario di Caracas senza alcuna imputazione formale. Faccio mio l’appello che la mamma di Alberto ha rivolto nei giorni scorsi al governo e ai giornalisti: non smettiamo di parlare di Alberto Trentini finché non verrà riportato a casa”. Benedetto salutando Urrutia ha poi aggiunto: “La Fondazione Einaudi si schiera, senza esitazioni, dalla parte di chi difende la libertà, ovunque essa sia minacciata. Perché libertà e democrazia non sono conquiste irreversibili, vanno difese ogni giorno”.
Votando una risoluzione già il 19 settembre 2024 il Parlamento europeo si era subito espresso in favore di González Urrutia, riconoscendolo come “presidente legittimo e democraticamente eletto” del Venezuela. “Conferire il Premio Einaudi al presidente Urrutia”, ha spiegato il segretario generale della Fondazione Luigi Einaudi, Andrea Cangini, “significa ricordare a noi stessi e al mondo che la libertà, il pluralismo e la democrazia sono beni deperibili: se non torneremo a considerarli principi incomprimibili rischiamo di riscoprirne il valore solo quando non ne potremo più disporre. E allora sarà, evidentemente, troppo tardi”.