“Intelligenza Artificiale e sicurezza nazionale: la metamorfosi irreversibile del panorama strategico globale” è il titolo dell’introduzione del professor Mario Caligiuri al numero 7 dei “Quaderni di Cyber Intelligence” edito da ICT Security Magazine e Società Italiana di Intelligence. Ne pubblichiamo ampi stralci
Dall’esame dei contributi emergono linee di sviluppo che possono anticipare l’immediato futuro della sicurezza nazionale e internazionale.
In primo luogo, la trasformazione radicale delle minacce. Non si tratta più di gestire vulnerabilità isolate, ma di governare un sistema dove gli effetti delle azioni si possono diffondere in modo imprevedibile, richiedendo modelli di contrasto molto flessibili.
Anche la questione della sovranità tecnologica è un argomento rilevante, poiché è destinato a determinare la geopolitica globale.
L’Unione Europea è molto indietro in questo settore; e probabilmente sarà destinata a rimanere tale. La rapidità degli sviluppi, sostenuti da ingenti finanziamenti privati che superano i 50 miliardi di dollari, evidenzia come il controllo delle tecnologie di frontiera sia già fondamentale per la sicurezza nazionale, l’autonomia nazionale e il primato della politica in Occidente.
La scelta strategica che l’Italia e l’Europa si trovano ad affrontare – tra il rafforzamento del rapporto bilaterale con gli Stati Uniti o il perseguimento di una “via europea all’Intelligenza Artificiale” – ha conseguenze dirette sulle politiche della difesa.
In tale quadro, assume particolare rilevanza il rapporto uomo-macchina nell’ambito delle politiche per la sicurezza.
La sfida non è tanto tecnologica quanto culturale e organizzativa: sviluppare modelli di integrazione che permettano di utilizzare le capacità dell’IA, mantenendo il controllo dell’uomo sulle decisioni strategiche. È certamente la strada auspicabile, che ci auguriamo sia anche possibile.
La velocità dell’innovazione impone un ripensamento della formazione, che va radicalmente rivista poiché le persone non sono più analogiche ma vivono nello stesso tempo in tre dimensioni sovrapposte e sempre più indistinguibili: fisica, digitale e “ibridata”. Quest’ultima destinata a essere, secondo alcuni, inevitabile.
Un segnale di novità è rappresentato dal protocollo d’intesa che è stato recentemente sottoscritto dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara con il Direttore Generale dell’Agenzia Nazionale per la Cybersicurezza Bruno Frattasi, sulla diffusione della cultura della sicurezza informatica nelle scuole italiane.
Si parte dalla premessa fondamentale di considerare la conoscenza dei rischi digitali come un’inedita opportunità per cogliere le straordinarie opportunità di conoscenza che la Rete consente, se saputa consultare.
Come osserva ottimisticamente il fisico Michio Kaku, “le generazioni odierne sono probabilmente le più importanti che abbiano mai camminato sulla superficie della Terra. A differenza delle generazioni precedenti, abbiamo nelle nostre mani il destino della nostra specie”.
Questa responsabilità emerge con particolare forza nel campo della sicurezza, dove le strade che imboccheremo oggi sull’IA avranno ripercussioni profonde sul futuro della nostra civiltà.
Per concludere, i contributi del Quaderno, nel loro insieme, non si limitano a fotografare lo stato dell’arte ma indicano una direzione dove la sicurezza diventa parte di un più ampio progetto di profonda innovazione sociale.
Come suggeriva Benjamin Barber, “la tecnologia può essere utile alla democrazia solo se viene programmata per fare ciò”.
Pertanto il dibattito sulla sicurezza e l’IA richiede di essere ampliato, considerando la possibilità di promuovere algoritmi educativi, in grado in grado di potenziare il pensiero critico e la responsabilità.
Si tratta di elementi imprescindibili per la sopravvivenza dei sistemi democratici, dovunque sotto assedio in questo inizio del XXI secolo; soprattutto, dal mio punto di vista, a causa dell’inadeguatezza delle classi dirigenti a cogliere le linee del futuro.