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Sánchez apre le intercettazioni a Huawei. Perché è importante

Huawei si aggiudica un appalto da 12 milioni per l’archiviazione ed il supporto alle intercettazioni della polizia spagnola, destando non pochi dubbi e preoccupazioni riguardo l’integrità delle infrastrutture critiche degli Stati europei ed il loro coinvolgimento per la sicurezza dell’Unione. Perché preoccupa l’asse Sànchez-Xi e quali sono i precedenti

Nonostante le molte limitazioni in sede europea, attraverso un contratto di 12 milioni di euro, Huawei prenderà in gestione l’archiviazione digitale delle intercettazioni giudiziarie della magistratura spagnola. L’appalto vinto dal colosso cinese non rappresenta la prima collaborazione con Madrid su settori inerenti alla sicurezza nazionale, che ha già compiti di supporto logistico e fornitura di sistemi sensibili per le attività di intercettazione della Polizia nazionale e della Guardia civile spagnola. 

Le preoccupazioni per Huawei 

Il sistema di archiviazione digitale cinese, denominato OceanStor 6800 V5, si caratterizza sia per la sua convenienza economica rispetto agli omologhi sistemi occidentali, sia per la sua diffusione in Africa ed America Latina, coincidendo con le strategie di espansione della sfera di influenza di Pechino. Le due maggiori aziende di telecomunicazioni cinesi, Huawei e Zte, svolgono infatti un ruolo chiave nell’espansione degli investimenti cinesi all’estero e nell’attuazione della strategie politiche ed economiche di Pechino, operando in linea con gli obiettivi geostrategici del governo cinese e puntando a  sostituire attivamente le imprese europee in diversi mercati in collaborazione con Stati locali, come nel caso della Spagna, in Europa, o della Tanzania, in Africa. Il loro vantaggio competitivo deriva da capacità tecniche avanzate associate a bassi costi di produzione, accesso a finanziamenti statali e sostegno politico diretto – risorse non disponibili per le aziende di telecomunicazioni indipendenti. Il ruolo del governo cinese nel settore delle telecomunicazioni è evidente: Pechino mira ad ampliare la cooperazione nel campo delle telecomunicazioni europee – e non solo – in linea con la propria strategia di influenza narrativa.

Tecnologie straniere e sicurezza nazionale

Le preoccupazioni riguardo il legame di Huawei con Pechino e la condivisione di dati ed informazioni del colosso tecnologico col Partito non sono certo una novità. Già nel 2019, il Copasir – all’epoca presieduto da Adolfo Urso – aveva lanciato l’allarme sulla presenza di tecnologie cinesi all’interno delle procure nazionali o sul coinvolgimento di Huawei e Zte nella realizzazione e configurazione delle infrastrutture per le reti 5G. 

Dopo le accuse di spionaggio e gli allarmi di molti dei partner europei, tra cui Italia, Olanda, Belgio, Polonia e Regno Unito, l’apertura di Pedro Sánchez verso Huawei anche di fronte a valide alternative occidentali, fa seguito alla volontà del premier spagnolo di “rendere la Cina un partner dell’Ue”, destando non pochi dubbi riguardo l’integrità e la riservatezza delle informazioni riguardanti la sicurezza nazionale spagnola e l’integrità della sicurezza europea e delle sue infrastrutture critiche.


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