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Roma e Riad rafforzano i rapporti. Cosa attendersi dalla visita del ministro degli Esteri Faisal

Di Emanuele Rossi e Massimiliano Boccolini

Il capo della diplomazia di Riad sarà giovedì 28 agosto nella capitale per incontri con il governo. Da Meloni a Mohammed bin Salman, una partnership strategica che si consolida tra energia, sicurezza e Mediterraneo. La visita, vista dagli analisti sauditi, è considerata una conferma di come le relazioni Roma-Riad, che vivono oggi “la loro fase migliore di sempre”, procedano lungo appuntamento di altissimo livello

Il ministro degli Esteri dell’Arabia Saudita, Faisal bin Farhan Al Saud, è atteso a Roma giovedì 28 agosto per una serie di incontri con il governo italiano. La visita si inserisce in una fase di crescente intensità nei rapporti bilaterali tra i due Paesi, culminata a gennaio con l’arrivo a Riad della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e la firma di accordi per un valore complessivo di 10 miliardi di dollari.

Mubarak Al-Ati, analista politico saudita e direttore di Radio Al-Ikhbariya, spiega a Formiche.net come, viste da Riad, le relazioni saudite-italiane nate nel 1932, siano percepite come in “crescita costante e un progresso misurato, con passi fermi che non hanno mai subito arretramenti”.

“Oggi – continua – hanno raggiunto la fase di una forte e crescente partnership strategica in tutti i campi, politico, economico e culturale. La visita storica della premier italiana e il suo incontro con il principe ereditario Mohammed bin Salman hanno suggellato questa traiettoria con la firma di accordi miliardari nei settori dell’energia, delle infrastrutture, della difesa, del turismo, della tecnologia e degli scambi culturali, insieme alla creazione del Consiglio di coordinamento strategico italo-saudita, a conferma della volontà di entrambi i Paesi di ampliare e rafforzare le opportunità comuni”.

Un percorso che continua con gli incontri di alto profilo istituzionale come quello di giovedì e trova una lettura convergente del generale in congedo Mohammad S. Alharbi, esperto di studi strategici, secondo cui i rapporti Roma-Riad vivono oggi “la loro fase migliore di sempre”. Una traiettoria “progressiva e stabile”, anche grazie all’impulso tangibile ricevuto con l’arrivo al governo di Giorgia Meloni, grazie a un “approccio pragmatico e non ideologico” che ha facilitato la cooperazione in campi come energia, investimenti e difesa.

Per Alharbi, il vero potenziale della partnership – che spiega essere confermata da questi scambi di visite di alto livello – risiede negli spazi di cooperazione da sviluppare. Sul piano economico, indica l’energia – non solo petrolio e gas, ma anche rinnovabili e idrogeno verde, con il coinvolgimento di aziende come Eni – insieme a infrastrutture, design, turismo e difesa. Ma è soprattutto la dimensione geostrategica a mostrare come Roma e Riyadh possano rafforzarsi a vicenda.

Il generale elenca quattro scenari specifici, a partire dalla crisi in corso a Gaza, con la soluzione a due Stati (Palestina-Israele) vista come una priorità assoluta per l’Arabia Saudita, dove l’Italia può contribuire “come attore europeo centrale e potenza mediterranea responsabile” a rilanciare gli sforzi internazionali per “una pace credibile e duratura” e rinvigorire gli sforzi per evitare “azioni unilaterali”: temi su cui “il coordinamento è essenziale”.

Una convergenza simile emerge anche sulla partita africana, dove la visione saudita si intreccia con il Piano Mattei italiano per lo sviluppo e la sicurezza del continente, basato su “un modello di cooperazione e non di sfruttamento”, con possibilità di iniziative comuni in campo energetico e infrastrutturale attraverso le attività del Saudi Fund for Development.

Altro argomento centrale, soprattutto in queste settimane con la riattivazione della campagna di destabilizzazione degli Houthi lungo l’asse indo-mediterraneo, è la sicurezza marittima. Per l’ex ufficiale saudita, vista la minaccia degli Houthi alla sicurezza energetica e al commercio globale, “la cooperazione tra Riad (che conduce operazioni a terra e in mare nel Mar Rosso meridionale) e l’Italia (che guida l’operazione navale Aspides nel Mar Rosso) è inevitabile e necessaria. Lo scambio di informazioni e il coordinamento militare diretto potrebbero essere tra i risultati più importanti di questa visita”.

Più in ampio, il ruolo italiano, pragmatico e bilanciato all’interno della Nato, può essere rafforzato in coordinamento con il Consiglio di Cooperazione del Golfo, guidato da Riad, suggerisce il generale Alharbi, confermando nei fatti che la visita di Faisal bin Farhan arriva in un momento in cui le relazioni bilaterali hanno assunto un carattere strategico e multidimensionale, spaziando dall’economia all’energia, fino alla sicurezza nel Mediterraneo allargato. Un’agenda che conferma la volontà dei due Paesi di fare della cooperazione un pilastro delle rispettive proiezioni internazionali.


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