Nelle stesse ore in cui la procura ha deciso di archiviare un caso di presunte attività di intelligence a favore della Cina, la polizia metropolitana ha arrestato e poi rilasciato in attesa della prosecuzione delle indagini, tre persone in Essex con l’accusa di collaborare con i servizi segreti russi
Il Regno Unito torna a fare i conti con la minaccia dello spionaggio. Nelle stesse ore in cui la procura ha deciso di archiviare un caso di presunte attività di intelligence a favore della Cina, la polizia metropolitana ha arrestato, poi rilasciato in attesa della prosecuzione delle indagini, tre persone in Essex con l’accusa di collaborare con i servizi segreti russi. Due uomini e una donna, fermati a Grays, sono stati interrogati dagli inquirenti della divisione antiterrorismo e poi rilasciati su cauzione con obbligo di rispetto di specifiche condizioni.
L’inchiesta è condotta sulla base del National Security Act del 2023, la legge che ha introdotto strumenti più stringenti per contrastare il crescente numero di interferenze straniere. Una cornice normativa nata nel pieno delle tensioni geopolitiche con Russia e Cina e che oggi trova applicazione concreta. La Metropolitan Police ha confermato che i tre sono sospettati di aver assistito il Cremlino attraverso attività considerate funzionali all’intelligence di Mosca.
Il comandante Dominic Murphy, capo della sezione antiterrorismo, ha parlato al Times di un fenomeno, quello dei “proxy”, in forte ascesa, con cittadini britannici reclutati da potenze straniere per attività di sabotaggio o disinformazione. Ne è un precedente emblematico quello del network Wagner dietro l’attacco incendiario a un magazzino di aiuti per l’Ucraina nell’East London, scoperto nel 2024. La cellula, guidata dal ventenne Dylan Earl, reclutato via Telegram, aveva appiccato il fuoco a un deposito che ospitava materiale destinato a Kyiv, causando danni per centinaia di migliaia di sterline. Il gruppo aveva pianificato ulteriori azioni, inclusi attentati incendiari a ristoranti di Mayfair legati al dissidente russo Evgeny Chichvarkin, prima di essere smantellato dall’MI5 e dalla Met Police.
Londra torna al centro del gioco delle ombre e le modalità di Mosca non costituiscono più un terreno inesplorato. L’uso di proxy locali riduce i rischi di tracciabilità diretta e complica il lavoro di intelligence, ma conferma la strategia del Cremlino: moltiplicare le linee di attacco, anche a bassa intensità, per logorare le democrazie occidentali. Ancora una volta, tattiche ibride e asimmetriche.