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L’acqua è un diritto

“Salvaguardia della risorsa anche in funzione dell’uso da parte delle future generazioni, con costi efficienti attraverso la regolazione e la stabilizzazione normativa”. Così Claudio De
Vincenti, Sottosegretario allo Sviluppo economico, intervenuto oggi in apertura del Festival dell’Acqua. “Indipendentemente dalla forma giuridica del gestore (pubblico, privato,
ente pubblico o spa) la risorsa idrica e le reti erano e restano un bene comune, di cui occorre governare le regole di appropriazione allo scopo di tutelare beni che sono pubblici ma non
gratuiti. Del resto l’acqua è pubblica ma sottoposta a usi congiunti e concorrenti (potabili, agricoli, industriali) e per questo necessita di una regolazione rigorosa e severa”.

Il tema dell’acqua bene comune è uno degli argomenti in apertura del Festival dell’Acqua, in svolgimento a L’Aquila fino all’11 ottobre, a cura di Federutility e con la collaborazione del Comune, di Gran Sasso Acqua, Confservizi Abruzzo e Expo 2015.

Dal politico, all’economico al filosofico, l’approfondimento dell’acqua come bene comune è stato affrontato da Laura Castellucci (Università di Tor Vergata), per la quale la pubblica
fruizione del bene non è in discussione, piuttosto occorre interrogarsi sulla copertura dei costi oggettivi (industriali). Per il filosofo Giulio Giorello, occorre sì rifarsi alla Costituzione (art. 9) e dunque alla tutela dell’acqua come patrimonio pubblico alla stregua del paesaggio e del patrimonio artistico e culturale, ma pure “recuperare una tradizione che, partendo da Pascal e Voltaire, arriva a Carlo Maria Martini e al suo individualismo cooperante per trovare una soluzione al godimento del bene che difende libertà e dignità dell’individuo”.

Sul tema del Mezzogiorno, il sottosegretario De Vincenti ha sottolineato inoltre la necessità di recuperare il gap infrastrutturale, che pone il sud al di sotto della media nazionale per perdite di rete, per capacità di depurazione e per continuità del servizio. Ha proposto la stabilizzazione della normativa, “che in 15 anni di modifiche ha prodotto difficoltà per le amministrazioni pubbliche e per le imprese. Il governo – spiega – è impegnato poi in uno sforzo che promuova le aggregazioni tra gestori, per superare la frammentazione attuale che penalizza la capacità di investimento e di conseguenza la corretta fruizione della risorsa idrica”.

http://www.festivalacqua.org/



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