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L’Aia, due diciassettenni in arresto per spionaggio usa e getta a favore di Mosca. Cosa sappiamo

In Europa, in Olanda, due nuovi arresti per spionaggio a favore della Russia. Due adolescenti sarebbero stati reclutati per compiere azioni di spionaggio. Ancora Mosca, ancora spionaggio usa e getta

Due ragazzi olandesi di 17 anni sono stati arrestati all’Aia con l’accusa di spionaggio a favore della Russia. Al centro della loro attività, un Wi-Fi sniffer, dispositivo capace di intercettare passivamente il traffico di dati che viaggia sulle reti wireless. Una modalità non sofisticata, ma rivelatasi uno strumento utile che li avrebbe resi potenziali agenti usa e getta a favore di Mosca.

Secondo la procura olandese uno dei due resterà in custodia cautelare per altre due settimane, mentre l’altro è agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. L’arresto è arrivato dopo una segnalazione dei servizi di intelligence (Aivd). Non è chiaro, per ora, se l’attività di spionaggio dei due fosse un unicum o se fosse finalizzata alla ricognizione per futuri attacchi informatici. Le ricostruzioni della stampa locale parlano di un percorso mirato: nell’agosto scorso i due avrebbero attraversato L’Aia portando con sé lo sniffer, passando davanti all’ambasciata canadese, alla sede di Europol e a Eurojust. Nodi delicati in una città che ospita anche la Corte penale internazionale e diversi organismi chiave del sistema giudiziario europeo.

C’è sempre una prima volta. Si tratta del primo caso noto nei Paesi Bassi di minori coinvolti in operazioni di spionaggio per conto di potenze straniere. Un precedente che pesa, soprattutto se confrontato con quanto accade in Germania, dove il governo ha già lanciato campagne pubbliche per mettere in guardia i giovani dal rischio di diventare strumenti inconsapevoli di intelligence ostile, con campagne informative contro lo spionaggio usa e getta.

Le modalità del reclutamento rivelano la vulnerabilità della fascia giovanile in un contesto ibrido, che si affida sempre più al reclutamento impersonale via internet. Almeno uno dei due sarebbe stato contattato via Telegram da un hacker filorusso, inserito in una rete di canali che mescola propaganda, tecniche e opportunità di guadagno.

Gli arresti allertano l’Aia, segnalando come la guerra invisibile che accompagna l’aggressione russa in Ucraina si avvalga di attività ostili nel cyberspazio, nei cieli scandinavi e anche nelle camerette dei cittadini, dagli adulti ai giovanissimi, occidentali. La logica è sempre la stessa: sfruttare strumenti a basso costo, manodopera facilmente influenzabile.


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