Skip to main content

Napolitano e il Pd, idee diverse su amnistia e indulto

Che occorra intervenire, e subito, sulla “scottante questione” carceraria sono tutti d’accordo. Le dichiarazioni dei vari esponenti del Pd di fronte al messaggio del presidente Giorgio Napolitano sono state di plauso all’unisono. Ma è sul come risolvere l’emergenza che la posizione del capo dello Stato e quella dei democratici non sembrano così coincidenti.

Napolitano nelle dodici pagine del suo intervento elenca tutti i possibili rimedi, dalla previsione di pene alternative all’incremento della ricettività carceraria. Misure però “parziali” secondo il capo dello Stato che indica la necessità di intervenire nell’immediato con il ricorso a misure straordinarie quali l’amnistia e l’indulto: “Tutti i citati interventi – certamente condivisibili e di cui ritengo auspicabile la rapida definizione – appaiono parziali, in quanto inciderebbero verosimilmente pro futuro e non consentirebbero di raggiungere nei tempi dovuti il traguardo tassativamente prescritto dalla Corte europea. Ritengo perciò necessario intervenire nell’immediato con il ricorso a “rimedi straordinari”.

Non sembra sposare questa linea il Pd. Il responsabile Giustizia del partito, Danilo Leva, spiega oggi in un intervento sul Foglio che “amnistia e indulto devono essere il punto di arrivo di un percorso strutturale. Altrimenti, si tratterebbe di un placebo di limitata durata, destinato a riprodurre presto i problemi con cui ci confrontiamo oggi”. Il punto di arrivo quindi, non di partenza prospettato dal capo dello Stato a causa dell’emergenza del momento. Per Leva bisogna prima rimuovere le cause che sono a monte delle attuali condizioni di sovraffollamento tra cui “il decreto Maroni, la Fini-Giovanardi, la ex Cirielli e le norme in materia di custodia cautelare”. Amnistia e indulto, sottolinea il responsabile Giustizia del Pd, sono “provvedimenti giusti a patto che non coinvolgano reati di particolare allarme sociale e odiosi come i reati di natura economica e fiscale”. In una parola, Berlusconi.   



×

Iscriviti alla newsletter