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Trump colpisce ancora. Nuovo attacco contro i narcos venezuelani

La notte di venerdì, gli Stati Uniti hanno colpito una nuova imbarcazione sospettata di narcotraffico al largo del Venezuela, causando quattro morti. È il quarto raid letale da inizio settembre nell’area del Southern Command, parte di una più ampia strategia dell’amministrazione Trump che ha equiparato i cartelli a organizzazioni terroristiche

La notte di venerdì, il segretario alla Difesa statunitense Pete Hegseth ha annunciato un nuovo attacco contro un’imbarcazione sospettata di trasportare droga nel Mar dei Caraibi. Il raid, condotto in acque internazionali al largo del Venezuela, ha provocato la morte di quattro persone. Si tratta del quarto attacco letale (conosciuto) condotto dalle forze statunitensi nell’area di responsabilità del U.S. Southern Command dall’inizio di settembre.

«La nostra intelligence ha confermato senza ombra di dubbio che questa imbarcazione stava trafficando narcotici, le persone a bordo erano narco-terroristi e operavano lungo una rotta di traffico nota. Questi attacchi continueranno finché gli attacchi al popolo americano non saranno terminati!!!!» ha scritto Hegseth in un post su X, allegando il video dell’esplosione del natante.

L’operazione si inserisce in una più ampia strategia di escalation voluta dalla Casa Bianca per contrastare il flusso di droga verso gli Stati Uniti. All’inizio dell’anno, Trump aveva designato alcune gang del Paese come organizzazioni terroristiche straniere, autorizzando così l’impiego diretto delle forze armate. Il 2 settembre un primo attacco contro un motoscafo veloce aveva causato 11 vittime; il 15 settembre un’altra operazione aveva portato all’uccisione di tre persone su una barca proveniente dal Venezuela. Il 19 settembre, Trump aveva annunciato via social un ulteriore raid contro un’imbarcazione “affiliata a un’organizzazione terroristica designata” impegnata nel narcotraffico, con tre morti riscontrati nell’azione.

Né il Pentagono né la Casa Bianca hanno reso pubblici i dettagli sugli assetti militari impiegati nelle operazioni. La Marina statunitense si è limitata a rimandare le richieste di chiarimento alla Casa Bianca, mentre un portavoce del Corpo dei Marines ha spiegato di non poter rispondere «a causa della sospensione delle attività amministrative» legata allo shutdown federale. La segreteria stampa della Casa Bianca ha risposto alle richieste di informazioni attribuendo i ritardi al cosiddetto Democrat Shutdown, sostenendo che la mancanza di personale avrebbe limitato la capacità di monitoraggio 24/7 delle richieste dei media.

Un elemento di rilievo è contenuto in un memo inviato dal Pentagono alle commissioni parlamentari per la sicurezza nazionale. Secondo il documento, Trump ha “determinato che gli Stati Uniti sono impegnati in un conflitto armato non internazionale” con i cartelli da lui designati come organizzazioni terroristiche. “Il Presidente ha ordinato al Dipartimento della Guerra di condurre operazioni contro di loro in base al diritto dei conflitti armati”, si legge nella nota. “Gli Stati Uniti hanno ora raggiunto un punto critico in cui dobbiamo usare la forza per autodifesa e difesa di altri contro gli attacchi in corso di queste organizzazioni terroristiche designate”.

 

 


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