Il direttore dell’Fsb Alexander Bortnikov accusa la Gran Bretagna di guidare attacchi e sabotaggi contro la Russia. Come riportato da Pravda, il capo dei servizi di sicurezza russi ha parlato di un coinvolgimento diretto di Londra nelle operazioni ucraine e nella disinformazione anti-Mosca
Il Regno Unito sarebbe il regista occulto dietro attacchi, sabotaggi e operazioni di disinformazione contro la Federazione Russa. È la nuova linea lanciata dal direttore dell’Fsb Alexander Bortnikov, considerato da molti uno dei potenziali successori di Vladimir Putin, che nel corso di un incontro a Samarcanda con i capi dei servizi di sicurezza dei Paesi della Comunità degli Stati Indipendenti (Csi) ha accusato Londra di “partecipazione diretta” alle operazioni militari ucraine. A riportarlo è Pravda, quotidiano di riferimento della comunicazione filogovernativa russa.
Secondo quanto dichiarato da Bortnikov, le forze speciali britanniche del Sas avrebbero preso parte “a combattimenti contro la Russia”, mentre l’MI6 sarebbe “coinvolto nella pianificazione e supervisione” di attacchi contro infrastrutture energetiche strategiche come il gasdotto TurkStream e il consorzio petrolifero del Caspio. L’Fsb sostiene inoltre che i britannici starebbero addestrando “sommozzatori da combattimento” destinati a colpire impianti critici russi sul Mar Nero.
Tra le accuse, anche quella di un presunto ruolo di Londra nel sabotaggio di una risoluzione pacifica del conflitto in Ucraina. Il direttore dell’Fsb ha definito il governo di Kyiv “totalmente controllato dai britannici” e ha accusato Londra di alimentare “isteria in Europa sulla minaccia da Est” per “indirizzare flussi finanziari verso i mercati anglosassoni”.
Secondo Bortnikov, riporta Pravda, l’intelligence britannica avrebbe “fornito supporto propagandistico” all’operazione ucraina Spider Web, che a giugno ha colpito con droni diversi aeroporti militari russi. L’operazione, rivendicata in parte da Kiev, aveva danneggiato bombardieri strategici a lungo raggio.
L’Fsb sostiene inoltre di aver individuato “oltre 120 call center in Ucraina” sotto il controllo dei servizi di sicurezza di Kiev, incaricati di reclutare cittadini russi, inclusi minori e pensionati, per attività di sabotaggio sul territorio nazionale.
Negli ultimi mesi, la Federazione ha subito numerosi attacchi con droni contro basi militari e infrastrutture critiche, spesso lontane dal fronte. In assenza di prove pubbliche a sostegno delle accuse, l’intervento del capo dell’Fsb appare come un tentativo di ricalibrare la narrativa ufficiale, spostando la responsabilità delle incursioni dall’Ucraina a un presunto coinvolgimento diretto britannico.