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Fare per fermare Boldrin. Mugugni e strategie dei liberisti alla Giannino e De Nicola

Settimane di passione in Fare per Fermare il Declino, il movimento turbo liberista fondato dal giornalista Oscar Giannino che ora, dopo le vicissitudini delle elezioni e un congresso nazionale, è guidato dall’economista Michele Boldrin (nella foto).

Parte del movimento starebbe ventilando l’ipotesi di lasciare Fare per fondare una nuova associazione a causa dei dissapori maturati per la dirigistica gestione che i dissidenti rimproverano al professore veneto animatore di Noisefromamerika.org che ha stracciato la concorrenza interna vincendo il congresso.

Il ritorno in campo di Giannino

I mugugni nei confronti nella gestione del movimento targata Boldrin sembrerebbe aver non solo la benedizione di chi si riconosce nelle idee del professor Alessandro De Nicola, ma persino quella dell’ancor viva influenza carismatica dello stesso Oscar Giannino che negli scorsi giorni avrebbe partecipato ad alcune riunioni proprio sul futuro di Fare.

Le turbolenze di De Nicola

Per il momento proprio l’avvocato e presidente dell’Adam Smith Society, De Nicola, ai suoi più stretti collaboratori, cerca di gettare acqua sul fuoco rispetto alle ipotesi di scissione, ma nel frattempo segue le evoluzioni di movimenti contigui come ad esempio la montezemoliana Italia Futura che con la direzione di Nicola Rossi, e il progressivo distacco dalla componente governativa espressione della precedente fase di Italia Futura, ha innestato un passo deciso verso un’impostazione liberista, e come la liberale Italia Aperta che con la guida di Enrico Musso spulcia e fornisce pagelle sui provvedimenti legislativi di Parlamento, governo e regioni.

Le mire degli scontenti di Fare alla Boldrin

Gli obiettivi dei veri o presunti scissionisti? Allargare un movimento che sta morendo di partitismo, lotte intestine e deficit democratico cercando di recuperare, con un nome nuovo ed una organizzazione orizzontale, i simpatizzanti allontanatisi dopo le elezioni.

I fini dei moderati di Fare

Nelle corde dei moderati di Fare rientrerebbe anche la necessità di riallacciare rapporti politici con il centro montiano, soprattutto in vista delle elezioni europee del 2014. La pista sembra essere avvalorata dalle presenze nelle prime due puntate della trasmissione di Radio24 “La versione di Oscar” di un deputato di Scelta Civica di scuola liberale come Enrico Zanetti e dello stesso senatore a vita, Mario Monti.

Le due visioni

In Fare si confrontano due diversi modi d’intendere la politica: quello della corrente che fa capo a De Nicola aperto alla società, dialogante, portatore di un messaggio improntato al liberalismo classico, moderato nei toni e più tradizionalista nelle forme; e quello del leader Michele Boldrin più radicale, poco accomodante con i moderati, più marcatamente antipolitico e più esuberante nei toni.

Le diverse strategie

E’ probabile che per i prossimi mesi non ci saranno né epurazioni né rotture definitive, ma la frattura politica tra i fondatori ad oggi sembra netta ed evidente. Da un lato Giannino e De Nicola continueranno a collezionare presenze e dialogo con l’emisfero moderato che va dal gruppo di Alfano fino a Scelta Civica, dall’altro Boldrin continuerà con l’esperimento di Fare tra giri della penisola per tenere vivi i militanti, iniziative tematiche e comparsate televisive.

L’appuntamento europeo

Con l’avvicinarsi delle europee è probabile che si arrivi a una svolta: lo scenario più probabile oggi sembra quella della separazione definitiva data la divergenza nell’interpretare tanto la linea politica quanto la governante interna, ma l’aprirsi di spazi dovuti ai vuoti di consenso in un centrodestra frammentato e poco identitario e la scoperta rappresentanza del partito liberaldemocratico europeo (ALDE) potrebbero essere la carta per tenere insieme tutto ciò che resta di Fare per Fermare il Declino.

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