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La soffice guerra del Pd a Napolitano su amnistia e indulto

Non può essere un no, punto e basta. Ma il messaggio di Giorgio Napolitano alle Camere sull’emergenza carceraria e soprattutto la sua apertura a “misure straordinarie” come l’amnistia e l’indulto provocano una reazione a dir poco tiepida nel Partito Democratico.

Largo del Nazareno sulla questione si trova stretto da una spada di Damocle: da una parte l’esigenza di risolvere il grave problema su cui pende tra l’altro il 28 maggio del 2014 la scadenza della Corte europea dei diritti dell’uomo. Dall’altra l’esigenza di tutelare il proprio bacino elettorale, sicuramente poco favorevole a questo tipo di interventi, soprattutto se potrebbero coinvolgere Silvio Berlusconi.

Alla frenata del responsabile Giustizia del Pd Danilo Leva sul Foglio evidenziata da Formiche.net, si aggiungono le parole di grande cautela da parte di Guglielmo Epifani. Che ha sì definito “volgari” le accuse rivolte al capo dello Stato dai 5 Stelle ma ha anche rassicurato il popolo democrat sul fatto che “amnistia e indulto vanno spiegati bene alla gente e affrontati con cautela escludendo i reati già esclusi in passato”.

Il duello che si profila è dunque tutto parlamentare. Con un Pd determinato a lasciare fuori la frode fiscale dal provvedimento perché non si possono fare “leggi ad personam”. E il Pdl che invece spingerà affinché ci rientri perché “non si possono fare leggi contra personam”. Un muro contro muro insomma, con all’orizzonte la maggioranza qualificata, due terzi del Parlamento, necessaria per approvare provvedimenti di questo genere. Un orizzonte quindi molto molto lontano.



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