La possibile nomina della giovane figlia dell’imperatore ha riaperto il dibattito sulla legge di successione (che privilegia i maschi) in un momento di necessario rinnovamento per la famiglia reale giapponese. Ecco perché Aiko è benvoluta
Quando Aiko, principessa Toshi, arriva in un luogo pubblico in Giappone, il suo nome risuona come quello di una pop star. Nata a Tokyo, ieri la giovane, figlia unica dell’imperatore, ha compiuto 24 anni.
La sua popolarità ha creato un movimento che fa pressione per un cambiamento radicale nella legge di successione della monarchia giapponese. L’imperatore Naruhito ha solo due possibili eredi maschi più giovani: il fratello minore di 60 anni, il principe Akishino, e suo nipote, il principe Hisahito di 19 anni.
Ma Aiko è più amata di loro dai giapponesi. Da quando è entrata in società come membro della nobiltà adulta nel 2021, ha conquistato tutti. È considerata una ragazza intelligente, dolce e divertente. A novembre il suo primo viaggio all’estero da sola, in rappresentanza dell’imperatore, è stato un vero successo. Sei giorni a Laos per incontrare le autorità e i locali. Qualche mese prima ha accompagnato i genitori a Nagasaki e Okinawa.
Dopo la nascita di Aiko, la mamma Masako, ex diplomatica laureata a Harvard, ha sofferto le pressioni per non riuscire ad avere un figlio maschio. Anche la piccola Aiko ha avuto problemi mentre frequentava la scuola primaria e in quel periodo è diventata appassionata di sumo.
L’anno scorso si è laureata all’Università Gakushuin e ha cominciato a lavorare per la Croce Rossa, seguendo molti riti e cerimonia ufficiali della monarchia. Gioca pallavolo, tennis e badminton.
Sulla questione dell’eredità e la riforma delle leggi, Aiko non si è sbilanciata. Ha dichiarato che “date le circostanze, spero di compiere tutti i miei obblighi ufficiali per aiutare l’imperatore e l’imperatrice, così come tutti i membri della famiglia imperiale”.
La legge della Casa Imperiale del 1947 permette la successione del trono ai maschi e obbliga le donne della monarchia che sposano gente comune a perdere lo status reale. Attualmente la famiglia reale è in diminuzione, ha solo 16 membri, tutti adulti. Un riflesso della stessa società giapponese che invecchia e con poche nascite.
Il Giappone ha avuto molti imperatori maschi ma anche otto donne. L’ultima è stata Gosakuramachi, che guidò il Paese dal 1762 al 1770. La legge sulla successione, solo per i maschi, è entrata in vigore nel 1889 ed è passata alla Casa Imperiale nel 1947. Nel 2005, data la mancanza di uomini, il governo ha proposto di nominare una donna, ma la nascita di Hisahito ha permesso di continuare la tradizione senza modifiche.
Nel 2022, un gruppo di esperti, per lo più conservatori, ha esortato il governo a mantenere la successione in linea maschile, consentendo alle donne della famiglia di mantenere il loro status reale dopo il matrimonio e di continuare i loro doveri ufficiali. I conservatori hanno anche proposto di adottare discendenti maschi da rami lontani ed estinti della famiglia reale per continuare la linea maschile, un’idea considerata però poco realizzabile.
Il dibattito per una riforma delle normative è aperto. Molti propongono di mantenere la linea di successione maschile, ma permettendo alle donne di famiglia che sposano persone comuni di conservare lo status reale e trasmetterlo ai figli, e anche di adottare rami più lontani della famiglia reale.
Secondo gli analisti, il divieto di una nomina femminile alla corona dovrebbe annullarsi proprio per salvare il futuro della monarchia giapponese, sempre più longeva e con pochi – o quasi nessuno – successori maschi. Ma i più conservatori, tra cui il premier Sanae Takaichi, fanno resistenza.
Hideya Kawanishi, professore dell’Università di Nagoya, ha spiegato a Infobae che la situazione della monarchia in Giappone è già molto critica: “Il futuro dipende totalmente dalla capacità di Hisahito e la futura moglie di avere un figlio maschio […] Chi lo sposerà dovrà resistere all’enorme pressione di avere un erede maschio mentre si svolgono funzioni ufficiali con una capacità sovrumana”.
















