La guerra in Medio Oriente ha portato l’ideologia estremista di destra, di sinistra e quella islamista a convergere sempre di più sul nemico in comune: in questo caso contro Israele e la comunità ebraica ovunque essa sia basata. E gli episodi sono stati molteplici. Stefano Dambruoso, magistrato, e Francesco Conti, esperto di Terrorismo Internazionale, spiegano i rischi che si aggiungono al terrorismo islamista
Con l’inizio delle operazioni militari contro Hamas e le sue basi a Gaza a seguito dei sanguinoso Pogrom del 7 ottobre 2023, sono aumentati gli episodi di violento antisemitismo in Occidente.
Gli episodi sono stati molteplici, dal vandalismo alle minacce (alla comunità ebraica in generale o contro specifici individui legati allo Stato di Israele), fino ad arrivare ad aggressioni e anche ad attentati mirati, come quello avvenuto a Washington D.C. lo scorso maggio 2025, quando un attentatore solitario uccise due dipendenti dell’Ambasciata israeliana durante un evento presso il Jewish Museum della capitale Usa.
L’attentatore, che al momento dell’attacco non aveva legami con alcun gruppo, era stato affiliato in passato ad un’organizzazione politico-militante della sinistra radicale. A soli dieci giorni di distanza, sempre negli Usa, ma questa volta in Colorado, un cittadino egiziano- musulmano, attaccò una manifestazione in solidarietà degli ostaggi rapiti da Hamas in Colorado, uccidendo una donna ultraottantenne e ferendo altri individui con ordigni incendiari improvvisati. Anche in questo caso, l’attentatore, di nazionalità egiziana, aveva agito da solo, radicalizzandosi autonomamente dopo il conflitto a Gaza.
La guerra in Medio Oriente ha portato l’ideologia estremista di destra, di sinistra e quella islamista a convergere sempre di più sul nemico in comune: in questo caso contro Israele e la comunità ebraica ovunque essa sia basata.
Il recente attacco alla redazione de La Stampa a Torino conferma questa preoccupante tendenza di crescita del pericolo. L’assalto e la devastazione presso la sede del quotidiano piemontese sono stati guidati da un nucleo di estremisti di sinistra, riunitisi e attivatisi anche in supporto dell’imam egiziano Mohamed Shahin, in attesa di espulsione dal territorio nazionale per aver proferito frasi a sostegno dell’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023.
Non si tratta dell’unico episodio di convergenza fra gruppi antisistema e la galassia islamista. Le proteste avvenute lo scorso anno presso diversi campus universitari statunitensi, che hanno visto anche l’utilizzo di slogan inneggianti alla violenza contro Israele e a sostegno di Hamas così come di altri gruppi del cosiddetto “Asse della Resistenza” (gli Houthi yemeniti ed Hezbollah), sono state supportate dall’Iran.
La Repubblica retta dagli Ayatollah, oltre ad aver plaudito pubblicamente l’iniziativa, con le proprie agenzie di intelligence ha finanziato i movimenti di protesta antisraeliani, come dichiarato da Avril Haines (il Director of National Intelligence della presidenza Biden).
Inoltre, secondo l’intelligence israeliana, agenti iraniani sarebbero stati coinvolti nella creazione di profili social falsi, in operazioni di disinformazione a favore di diversi movimenti antisraeliani (ma anche dal carattere antisemita) organizzati dalle frange più estremiste della sinistra europea. Una metodologia già riscontrata a seguito della scoperta della Troll Farm organizzata dai servizi di Mosca, con cui gli agenti russi hanno cercato di influenzare l’opinione pubblica occidentale a favore del Cremlino per scoraggiare e condizionare l’informazione digitale contro il supporto diplomatico e militare all’Ucraina.
Il Dipartimento di Stato americano ha recentemente classificato diverse organizzazioni di stampo anarchico come Foreign Terrorist Organizations (FTO). Tra queste, oltre all’italiana Federazione Anarchica Informale, spicca anche l’Organizzazione greca per l’Autodifesa Rivoluzionaria che avrebbe compiuto attività di sabotaggio e di attacchi con esplosivi improvvisati, in solidarietà alla causa dei Palestinesi a Gaza.
Il gruppo ha rivendicato un attacco avvenuto il 14 aprile contro gli uffici della Hellenic Train (una sussidiaria di Ferrovie dello Stato), in nome della resistenza contro l’asse sionista-americano. Proprio la Grecia e l’Italia sono i Paesi europei che hanno visto la maggiore attività della galassia anarchica e di estrema sinistra durante il corso del 2024, con azioni o tentativi di sabotaggio (contro infrastrutture energetiche), secondo quanto confermato dal report annuale di Europol.
Anche la Germania ha visto episodi di organizzazioni legate alla galassia dell’estrema sinistra inneggianti alla causa di Hamas, come evidenziato da un rapporto realizzato del think tank Konrad Adenauer Stiftung.
Tale convergenza ideologica ha ricordato lontanamente il supporto fornito dal gruppo terrorista tedesco di estrema sinistra Rote Armee Fraktion (RAF) alla lotta armata palestinese durante gli anni Settanta, che portò anche alcuni membri del gruppo a recarsi in Medio Oriente, per addestrarsi alla guerriglia urbana assieme ad elementi del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina. Anche lo stesso Bundesamt für erfassungsschutz (l’intelligence interna tedesca) ha sottolineato la presenza di diversi membri legati ad Hamas durante alcuni cortei di protesta organizzati da gruppi minoritari di estrema sinistra.
La convergenza ideologica con l’islamismo radicale riguarda anche la galassia dell’estrema destra, che ha visto aumentare l’attivismo di elementi antisemiti contrari alla legittimazione dello Stato di Israele. La cosiddetta “white jihad”, fenomeno nato durante l’ascesa dell’Isis e caratterizzato dall’apprezzamento, e dall’adozione, del vocabolario e dell’ideologia jihadista da parte di alcune aree dell’estremismo di destra, ha avuto origine e si è svilippato sui social media.
Appartenenti a diversi gruppi neonazisti si sono appropriati di alcuni elementi dell’ethos jihadista, come il concetto stesso di jihad, ma declinato contro i nemici dell’ideologia di estrema destra, e cioè contro i sostenitori del multiculturalismo, contro anche i fautori dei diritti LBTQ, così come contro la religione ebraica e Israele.
Tale convergenza non si è fermata al piano ideologico, ma ha avuto anche sviluppi operativi. Nel 2017, un cittadino americano che stava pianificando un attentato su suolo statunitense, era stato attivo su forum sia di suprematisti bianchi che di supporter dello Stato Islamico.
Nel 2020, invece, un militare, sempre americano, di orientamento neonazista, è stato condannato per aver tentato di inviare documenti riservati ad esponenti di al-Qaeda in Siria, con l’obiettivo di compiere attacchi contro il personale Usa nel Paese.
In Asia, a Singapore, tre mesi fa un quattordicenne radicalizzato sul web è stato sottoposto ad un ordine di restrizione delle libertà personali. Il minore, di religione musulmana, oltre a professarsi membro dello Stato Islamico, aderiva anche a diversi concetti dell’estremismo di destra come l’antisemitismo. Si è accertato anche che idolatrava alcuni terroristi dell’area del nazionalismo bianco, Anders Breivik e Brenton Tarrant, quest’ultimo autore del massacro compiuto presso la moschea di Christchurch nel 2019. Il giovane si era dichiarato a favore anche dell’ideologia marxista, poiché “contraria al capitalismo e antisionista”.
La confusione che sembra caratterizzare lo scenario geopolitico internazionale, i conflitti ancora in corso la cui soluzione sembra oggi allontanarsi, ha aperto spazi ad iniziative di giovanissimi in cerca di personale identità ideologica priva allo stato di riferimenti solidi a cui fare riferimento. La giovanissima età di questi soggetti innalza il rischio di loro attività pericolose contro i cittadini di nazioni sempre più sguarnite di anticorpi e valori capaci di garantire maggiore sicurezza.
















