Con un video diffuso sui social, e le dichiarazioni dello stesso presidente americano, gli Usa hanno confermato il sequestro di una nave che trasportava petrolio di contrabbando. Altre azioni militari contro il regime venezuelano sarebbero in arrivo…
Con un’operazione spettacolare, ben diffusa in rete, l’amministrazione del presidente americano Donald Trump ha sequestrato una nave petrolifera di fronte alle coste del Venezuela. L’imbarcazione avrebbe violato le sanzioni internazionale.
L’annuncio dell’azione è stato fatto dallo stesso Trump poco prima di un evento su nuovi visti di lusso, come si legge sul quotidiano The New York Times. “Si tratta di un petroliere grande, molto grande! Stanno succedendo anche altre cose…”, ha affermato il capo della Casa Bianca. E cosa succederà con la nave e con il petrolio che trasportava? “Beh, penso che ce lo teniamo. È stato sequestrato per un buon motivo”, ha aggiunto Trump.
L’operazione
Pam Bondi, procuratrice generale degli Stati Uniti, ha pubblicato sui social network un video in cui si vedono agenti delle forze armate americane scendendo da un elicottero su una nave petrolifera. Nell’operazione, secondo Bondi, hanno partecipato l’Fbi, il Dipartimento di Sicurezza nazionale e la Guardia costiera. Tutto sotto la coordinazione del Pentagono. La nave avrebbe cercato di trasportare “petrolio sanzionato” del Venezuela e dell’Iran. Per la procura degli Usa, il denaro prodotto dalla vendita di questo petrolio finanzierebbe l’esercito iraniano e il Corpo di Guardie Rivoluzionarie Islamiche, che gli Stati Uniti considerano organizzazione terroristica.
Tre funzionari americani hanno spiegato al New York Times che non ci sono stati feriti durante l’operazione militare e che l’equipaggio non ha posto alcuna resistenza. Non è stato comunicato ufficialmente a chi appartiene la nave.
Tuttavia, un funzionario ha detto che si tratta della nave chiamata “Skipper”, che viene usata dalla petrolifera statale venezuelana Pdvsa. In questo caso, sarebbe stata usata per trasportare petrolio di contrabbando iraniano, “un mercato nero mondiale che il Dipartimento di Giustizia indaga da molti anni”, scrive il New York Times. Il destino finale sarebbe un Paese asiatico.
Dallo scorso settembre le autorità americane hanno eseguito 22 attacchi contro imbarcazioni sospette nel Mar dei Caraibi. Nelle operazioni militari, che coinvolgono più di 15.00 soldati e una decina di barche dell’esercito americano (tra cui il portaerei Gerald R. Ford) sono morte 80 persone. L’obiettivo è smantellare la rete di narcotraffico della regione. Si spera che nelle prossime settimane ci siano altri sequestri che indeboliscono il regime di Nicolas Maduro.
Le reazioni in Venezuela
Per il governo socialista di Maduro si tratta di un “furto sfacciato”, un’ingerenza inaccettabile e un grave crimine internazionale che dimostra cosa vogliono gli Stati Uniti veramente: il petrolio venezuelano. “Sono finalmente emerse le vere ragioni della prolungata aggressione contro il Venezuela – ha dichiarato il ministero degli Affari esteri venezuelano in un comunicato pubblicato su Telegram -. Non è la migrazione, non è il narcotraffico, non è la democrazia, non sono i diritti umani, si tratta sempre delle nostre ricchezze naturali, del nostro petrolio, della nostra energia, delle risorse che appartengono esclusivamente al popolo venezuelano”.
E ha aggiunto: “Questo nuovo atto criminale si somma al furto di Citgo, importante risorsa del patrimonio strategico di tutti i venezuelani, sottratto attraverso meccanismi giudiziari fraudolenti e al di fuori di qualsiasi norma”.
Today, the Federal Bureau of Investigation, Homeland Security Investigations, and the United States Coast Guard, with support from the Department of War, executed a seizure warrant for a crude oil tanker used to transport sanctioned oil from Venezuela and Iran. For multiple… pic.twitter.com/dNr0oAGl5x
— Attorney General Pamela Bondi (@AGPamBondi) December 10, 2025
















