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RT, Sud globale e information laundering. Così il Cremlino riorganizza l’offensiva cognitiva

Dalla manipolazione informativa alle interferenze via IA, passando per piattaforme digitali, clima e salute, la guerra ibrida contro l’Occidente si muove su fronti ormai integrati e normalizzati. Le operazioni russe nel Sud globale, il controllo dello spazio informativo interno e l’uso sistemico della disinformazione come strumento strategico trovano oggi un primo argine nelle sanzioni Ue. In questo contesto, l’allarme di Sergio Mattarella descrive una minaccia concreta alla coesione, ai valori e alle alleanze delle democrazie occidentali

Le parole pronunciate dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla Conferenza delle ambasciatrici e degli ambasciatori d’Italia non arrivano a caso e non cadono nel vuoto. Il Capo dello Stato parla di un’“operazione diretta contro il campo occidentale” che punta a separare le democrazie dai propri valori, descrive una dinamica già visibile, stratificata, documentata e portata avanti attraverso una somma di azioni coordinate: manipolazione informativa, pressione economica, sabotaggio cognitivo, sfruttamento delle piattaforme digitali e uso crescente dell’intelligenza artificiale come moltiplicatore di potenza e di efficacia.

Il quadro che emerge dalle più recenti indagini giornalistiche, dai rapporti dei think tank e dalle decisioni europee di natura sanzionatoria restituisce l’immagine di una guerra ibrida ormai normalizzata, che attraversa continenti e settori, dal conflitto ucraino alla governance climatica, dalla salute pubblica alle elezioni.

Il Cremlino e l’offensiva informativa nel Sud globale

In America Latina, RT e Sputnik hanno ampliato in modo significativo le operazioni in lingua spagnola, concentrando risorse sul Messico con gli obiettivi di diffondere contenuti filo-russi e costruire un ecosistema narrativo capace di alimentare sentimenti anti-statunitensi e riformulare la percezione regionale della guerra in Ucraina.

Il punto critico risiede nell’amplificazione locale. Indagini congiunte di Alliance for Securing Democracy e Fact Chequeado mostra come il Club de Periodistas de México, attraverso la piattaforma Voces del Periodista Diario, abbia ripubblicato in modo sistematico, dall’aprile 2025 ad oggi, circa tre quarti di articoli provenienti da contenuti di RT, Sputnik e dell’agenzia cubana Prensa Latina. Il risultato è un meccanismo di information laundering: narrazioni statali straniere che assumono l’aspetto di informazione nazionale, acquisendo così legittimità e diffusione.

Parallelamente, Mosca utilizza la disinformazione come strumento di deterrenza militare. L’inchiesta di Maldita documenta campagne mirate contro potenziali volontari stranieri, in particolare colombiani, interessati a unirsi alle forze ucraine. Contenuti fabbricati, immagini generate con l’IA e storie emotivamente cariche diffondono messaggi di dominio militare russo, accuse di mancato pagamento dei benefici ai caduti e persino false narrazioni sul traffico di organi. Le finalità restano quelle di rodere la fiducia, instillare paura, ridurre il sostegno internazionale a Kyiv.

RT India

La perdita di accesso ai mercati occidentali dopo l’invasione dell’Ucraina ha spinto il Cremlino a riorientare la propria strategia mediatica. Il lancio di RT India rappresenta un passaggio chiave. Mosca consolida così una linea già sperimentata con RT Arabic e RT en Español, puntando su pubblici non occidentali e su una narrazione revanscista che contrapponga “l’Occidente” al “resto del mondo”.

RT India recupera così un vocabolario anticoloniale di matrice sovietica e lo combina con volti locali, celebrità e riferimenti culturali indiani per mascherare l’origine geopolitica dei messaggi e a integrare la narrazione russa, soprattutto sull’Ucraina, nei media locali. Il progetto conferma l’estensione dell’influenza informativa russa in America Latina, Africa, Medio Oriente e ora Asia meridionale.

Controllo digitale e chiusura dello spazio informativo in Russia

Sul fronte interno, Mosca accelera il controllo delle piattaforme digitali. Le restrizioni imposte a WhatsApp ed il lancio di Max, giustificate con accuse di terrorismo e presunte violazioni di sicurezza, hanno provocato disservizi immediati. Il giro di vite si estende però anche a Snapchat, FaceTime e Roblox, colpendo soprattutto un pubblico giovane, riducendo l’accesso a piattaforme occidentali e indirizzando gli utenti verso alternative controllate dallo Stato.

Clima, salute, crisi e la disinformazione come moltiplicatore

Il rapporto Digital Distortion di ClientEarth dimostra poi come le piattaforme amplifichino sistematicamente disinformazione climatica, spesso promossa da interessi legati ai combustibili fossili. Sul fronte alimentare, l’inchiesta di DeSmog sul programma Ue “Enjoy, it’s from Europe!” mostra l’uso di fondi pubblici per campagne che minimizzano o negano l’impatto ambientale di carne e latticini, con messaggi che ricalcano tecniche tipiche della disinformazione. Mentre in ambito sanitario, vecchie narrative antivaccinali riemergono e accelerano crisi reali, come i focolai di morbillo. La disinformazione si intreccia con produzioni mediatiche e endorsement pubblici, riattivando teorie già smentite.

IA e interferenze

L’intelligenza artificiale cambia scala e velocità delle operazioni di influenza. Graphika documenta la proliferazione di contenuti a bassa qualità ma ad alta diffusione, mentre il Regno Unito avverte sull’uso di video generati artificialmente per minare il sostegno all’Ucraina. In questo contesto, le recenti sanzioni del Consiglio Ue contro individui ed entità russe coinvolti in Fimi e cyberattacchi assumono un significato sistemico. L’inclusione di accademici, influencer, unità di guerra elettronica e membri del Gru segnala un riconoscimento formale della disinformazione come strumento di destabilizzazione strategica.

La linea Mattarella

“Se ci si propone di perseguire obiettivi di progresso la strada è soltanto quella del rafforzamento della collaborazione. L’alternativa porta ad avvolgersi nella spirale dell’instabilità. La posizione geografica ci pone al crocevia di aree sensibili, dal Mediterraneo all’Europa centrale, dall’Africa al Vicino Oriente”.

È in questo quadro che le parole di Mattarella acquistano peso politico. Con le campagne offensive informative e cognitive che si rivelano vere e proprie strategie di destrutturazione dell’Occidente, volte ad indebolirne la coesione e separarne valori, le economie e le alleanze. La posta in gioco l’ha ricordata il Presidente, così come anche il margine di errore e l’assoluta necessità di farsi trovare quanto mai pronti, consapevoli, integri ed efficaci: “È evidente che è in atto un’operazione, diretta contro il campo occidentale, che vorrebbe allontanare le democrazie dai propri valori, separando i destini delle diverse nazioni. Non è possibile distrarsi e non sono consentiti errori”.


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