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La Storia dell’Arte è di destra o di sinistra?

E’ giusto studiare l’arte a scuola? La Storia dell’Arte non funziona. Gli insegnanti a scuola non funzionano. Proviamo a farli uscire dalla classe, facciamoli diventare promotori culturali. Certamente non lasciamo, raddoppiamo. So già che in un sol colpo so mettermi contro quelli di destra e quelli di sinistra.

Non condivido molti prof che alla fine non sono interessati a che gli studenti acquisiscano stili culturali del tempo libero, vadano volentieri e da soli a visitare i capolavori, li riconoscano, ci traggano benessere, idee. Così come quei colleghi di Italiano, di Storia della Filosofia, che non sono interessati che i ragazzi pensino, ma che sappiano ripetere quel che vi è scritto negli appunti o al più nel libro di testo. “L’Italiano è ragionamento”, diceva però in Una storia semplice, uno degli “studiati”, Sciascia. Sapere quelle pagine del libro in quella interrogazione o compito in classe e poi odiare l’arte, i musei, le mostre, i libri, la letteratura, uhm non so, credo sia peggio questo! “La noia, è l’assenza di relazione tra le cose”, secondo il più “annoiato” di tutta la storia della letteratura italiana, Alberto Moravia.

Ma cos’è la destra cos’è la sinistra, il cioccolato svizzero è di destra, la Nutella… io la adoro.

I musei chiusi la sera? Vanno bene alla sinistra che vuole i lavoratori al riposo, vanno bene alla destra che, secondo il cliché, preferisce la biblioteca a casa sua e i quadri alle proprie pareti.

Ovviamente appoggio i prof che chiedono di non togliere la storia dell’arte, anzi direi di introdurla nelle scuole, in tutte. Ma non rinunciano a migliorare, a “ripensare la didattica”:  non facciamo due cose diverse, da una parte la scuola, dall’altra il tempo libero.

Attiviamo una costante, definitiva, decisiva sinergia, quindi non spot, una tantum e male, persino durante i “Viaggi d’istruzione”, che spesso abbiamo avuto modo infatti di definire “Viaggi distruzione”.

Mi seguite ancora? Ricordo con la Moratti ministro, quando da studentessa dell’ultimo anno del Liceo fui convocata agli Stati Generali dell’Istruzione, come presidente della Consulta provinciale degli studenti, a Roma, al palazzo dei congressi, e una delle cose che allora riuscimmo lì a bloccare fu l’abolizione dell’Educazione Fisica, che anche allora mise in allarme tantissimi docenti.

Al Liceo in effetti facevamo una pessima educazione fisica, nel migliore dei casi riuscivamo a fare una partita di pallavolo, mentre alla scuola media eravamo spesso in allenamenti seri e divertenti per i giochi della gioventù. C’era qualche ragione allora di eliminare quella disciplina dati gli spazi carenti, i pochi soldi per le attrezzature, e i tanti “sono indisposta professore”? Paradossalmente la gente con certificati medici per non fare lezione era un numero esorbitante. Ma allora come ora noi sappiamo perfettamente che nonostante servirebbe una rivoluzione…serve tantissimo l’attività motoria anzi andrebbe assolutamente aumentata e serve specie in Italia essere esperti dell’arte.

C’era chi diceva che di cultura non si mangia. E anche se su sponde ideologiche diverse resta un punto saldo di destra da una parte e di sinistra dall’altra. La destra sappiamo perché. Ma la sinistra?

Perché il ministero delle attività produttive infatti non ha competenza su musei, biblioteche, ecc ecc? Se di cultura si mangia, e io credo proprio che sia la strada maestra, perché non rientra tra le attività produttive secondo nessun governo?

Noi dovremmo avere delle lezioni di storia dell’arte che ci dovrebbero invidiare tutti e dovrebbero pagare per venire ad ascoltarle. Sì perché non fare diritto allo studio per i cittadini e mettere sul “mercato” per i facoltosi del mondo? Perché? Davvero perché? Non dovremmo modulare i saperi dovremmo solo farne usufruire anche agli studenti e studiosi che se solo potessero conoscere uno dei nostri professori pagherebbero tanti mila dollari per imparare da loro, e infatti lo fanno quando i nostri docenti sbarcano negli altri paesi e università, college.

Infatti, perché non aprire corsi nei tanti bei palazzi italiani? Già esempi di architettura e dipinti da lasciar a bocca aperta.


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