In un decennio circa l’Italia ha raddoppiato la quota di copertura del consumo totale di energia prodotta con fonti rinnovabili. Con l’obiettivo del 17% previsto al 2020 ormai a portata di mano, così come sta avvenendo anche in altri Paesi europei. A dirlo sono gli analisti della Monte dei Paschi di Siena che in un report si concentrano sul modello della ‘green economy in Italia’.
La potenza installata (efficienza lorda) – osserva Mps nel dossier ‘verde’ – nel 2012 è risultata pari a 47.345 MW (Megawatt), rispetto a 18.335 MW del 2000, con un incremento di quasi il 160% in 12 anni. Viene messo in evidenza il legame tra la produzione e la variabilità delle precipitazioni atmosferiche: in termini di produzione lorda spicca la quota nettamente consistente dell’idrico; la geotermia invece continua a garantire una produzione piuttosto stabile.
Solare, eolico e bioenergie ricoprono ormai da qualche anno un ruolo di “primaria importanza” nella produzione nazionale: uno “sviluppo esponenziale” quello di queste fonti negli ultimi anni dovuto soprattutto grazie “agli incentivi di settore”. Per capirne le dimensioni, Mps fa notare che “a oggi gli impianti fotovoltaici in Italia sono cresciuti a circa 550.000 unità”. Ciononostante, nel decreto del Fare sono previsti “tagli alle risorse per efficienza energetica e alle rinnovabili”.
Il maggior contributo arriva dalle regioni del nord con il 58% di produzione di energia rinnovabile, al 15% quelle del centro, il resto lo fanno sud ed isole. Le province più verdi energeticamente sono Bolzano (8%) e Sondrio (7%).
La normativa europea – spiegano da Mps – impone entro il 2020 un obiettivo per l’energia rinnovabilie del 20% a livello comunitario, ma con target individuali obbligatori per i singoli stati membri in considerazione delle diverse situazioni di partenza e potenzialità di sviluppo.
Tra i vari obiettivi da raggiungere entro il 2020, il Climate and Energy Package dell’Unione Europea (del 2009) impone agli Stati membri il raggiungimento di una riduzione del 20% di utilizzo dell’energia primaria rispetto ai livelli stimati, tramite il miglioramento e l’adeguamento dell’efficienza energetica. Con il pacchetto clima ed energia, i Paesi dell’Ue a 27 hanno convenuto di ridurre le emissioni di gas serra, entro il 2020, del 20% rispetto ai livelli del 1990. I Paesi dell’Europa a 15 con il protocollo di Kyoto avevano invece concordato di ridurre le emissioni in media dell’8% nel periodo di applicazione del protocollo stesso (2008-2012) rispetto al 1990, preso come anno di riferimento; per l’Italia il target era di una riduzione del 6,5%.
Nel 2011 le emissioni totali di gas serra per l’Italia ammontavano a circa 489 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, rispetto ai 519 milioni di tonnellate del 1990, pari a una riduzione del 5,8% nel periodo di applicazione. Secondo le stime della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile nel 2012 le emissioni dovrebbero attestarsi a 465-470 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, consentendo di raggiungere il target di Kyoto fissato per l’Italia.